LA SEGNALAZIONE dei lettori | Una Città destinata ad un lento degrado? Perugia merita una viabilità e marciapiedi dignitosi
La segnalazione della Signora Caporali del 1° febbraio, in merito all’incidente occorso a due residenti di Ripa imputabile alla pericolosità delle strade per l’omessa manutenzione e alla mancanza di marciapiedi che consentano di percorrere le strade in sicurezza, ribadisce quanto già segnalato da altri cittadini. A tale proposito andrebbe sottolineato che l’Umbria conta 740 auto per 1.000 abitanti, dato che la pone al 7° posto tra le oltre 200 Regioni d’Europa (dato del Regional Yearbook 2021 di Eurostat). Con 7 morti per ogni 100.000 abitanti, contro una media nazionale di 5 (dato Istat del 2020), è, purtroppo, la terza Regione italiana per numero di giovani morti in incidenti stradali. E quanti per la cattiva manutenzione delle strade? E’ biasimevole che l’Amministrazione comunale non faccia un’appropriata manutenzione delle strade come sarebbe doveroso nel rispetto dei cittadini. Le numerosissime buche, le piccole riparazioni “tampone” destinate a una breve durata, rendono il manto stradale incredibilmente sconnesso. La situazione è tale da rendere la viabilità difficoltosa e anche pericolosa.
Per non citare poi i marciapiedi, in certe strade inesistenti oppure impercorribili perché talmente sconnessi da essere pericolosi, specialmente per gli anziani e gli invalidi. Tutto ciò è a dir poco sconcertante anche perché le strade sono uno dei principali biglietti da visita per i turisti e Perugia è una città a vocazione turistica, grazie anche alla vicinanza ad Assisi, conosciuta in tutto il mondo. Tenere le strade in simili condizioni ritengo sia uno sfregio ad una Città che dovrebbe essere il fiore all’occhiello dell’Umbria, una Città ricca di monumenti e di cultura, che ospita anche l’antica e prestigiosa Università per stranieri. Perugia ha diritto ad avere una viabilità, e una visibilità, degna di una Città ricca di una storia millenaria che dà lustro alla Regione e della quale è anche capoluogo. Gianni Porzi