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Venerdì, 26 Aprile 2024
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SCHEGGE di Antonio Carlo Ponti | Una via e un ricordo per Alfredo De Poi

Entriamo subito nel vivo di questa “scheggia”. Non un corsivo corrivo o corrosivo ma una “lettera” a un amico che non è più da dieci e più anni. La cui presenza – non temo la retorica o l’iperbole o il sentimentalismo – è viva nella memoria e nel cuore di chi l’ha conosciuto o ha lavorato al suo fianco. Un’intelligenza vivace e moderna dentro un carattere fine elegante serio e sereno (non l’ho mai visto o sentito sopra le righe anche quando non gli son mancati strali o atteggiamenti forti, al massimo diventava un po’ rosso in viso e con un po’ di tremore alle mani). Un grande uomo e un politico saggio e aperto, un europeista convinto e operoso. Un uomo completo: colto, poliglotta, oratore, poeta e artista, una personalità complessa ma non complicata, e semplice come è virtù di chi vale, sono i mediocri a darsi delle arie. 

A un cittadino perugino, umbro, italiano, europeo della statura e del prestigio di Alfredo, la Città ha dedicato l’intitolazione (con sulla targa il nome alfredo per esteso e non con la sola iniziale a.) la piaggia ossia le scalette che da via Alessandro Pascoli dive son site molte facoltà dell’Ateneo, salgono verso San Francesco al Prato e all’Accademia di Belle Arti che l’ha avuto suo presidente attivo e propositivo. Alfredo meritava un segno che ne storicizzasse nel tempo lungo il nome che poi il curioso o il non distratto potrà cercare nell’oceano di internet o negli archivi della Camera dei deputati che lo avuto come degno eletto nella sua Umbria che amava come l’Italia e l’Europa, col pessimismo dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà, ma da buon onesto probo convinto operoso leale democratico cristiano, rispettato dagli amici e dai rivali e dagli avversari; ma non da una parte di umbri e democristiani che non lo votarono, falciandogli l’erba sotto i piedi, affossando un’intelligenza viva e una volontà altrettanto ferace. 

Nell’aula magna dell’Academia Vannucci, dove troneggia possente la copia in gesso dell’Ercole Farnese (il cui originale è al Museo archeologico di Napoli) Andrea Romizi, Mario Rampini, Gianfranco Astori, Gilberto Bonalumi, Massimo Duranti, Emidio De Albentiis e l’autore delle “schegge” hanno ricordato (presenti la vedova Chiara Radi e i figli Tommaso e Sebastiano) l’indimenticabile amico Alfredo De Poi: l’uomo, il politico, l’amministratore, il manager, il poeta e l’artista. Un’ espressione compiuta della perfezione divina.

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