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Venerdì, 26 Aprile 2024
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L'INDISCRETO di Maurizio Ronconi | Cento anni dalla nascita di Luciano Radi: "Vi racconto la storia di un politico umbro capace e appassionato"

Di questi giorni, cento anni fa, è nato a Foligno, Luciano Radi. Democristiano, Deputato per nove legislature, otto alla Camera e una al Senato, Ministro per i Rapporti con il Parlamento nel governo Spadolini, Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Forlani, Direttore del quotidiano Il Popolo, uomo di rilievo nella Democrazia Cristiana. Luciano Radi è stato uomo poliedrico. Scrittore raffinato e di successo, caricaturista e disegnatore ma soprattutto uomo intelligente, di specchiata e perfino disarmante onestà, grande disponibilità. Luciano Radi insieme ad altri politici coetanei umbri, Malfatti, Micheli, Spitella, Manca, Maschiella, Ermini, ha scritto la storia contemporanea della nostra regione contribuendo a riscattarla da una storica arretratezza ed isolamento.

Luciano Radi, politico con notevole spessore culturale, partiva da un approfondimento sociologico ed economico delle questioni più rilevanti della nostra Umbria e da lì interveniva con iniziative e soluzioni politiche. Emblematico il suo studio, le sue pubblicazioni, sulla mezzadria agricola umbra che, tra l'altro, suggerirono a Fanfani di intervenire con una storica riforma agricola. Primo tassello di tanti altri interventi che segnarono la straordinaria rinascita post bellica dell'Italia. Nonostante tutto Radi era uomo che esercitava una immeritata modestia ma anche di straordinari approfondimenti e riflessioni. Non solo sulla politica, sulla sociologia ma anche sulle grandi questioni della fede. Religioso, in qualche tratto anche mistico, di sicuro attratto dal francescanesimo.

La mia vita politica è stata profondamente segnata dalla presenza di Luciano Radi. Abitava ad un tiro di schioppo e, con la professione medica, la politica impegnava tutte le mie ore e non infrequentemente con riflessioni, discussioni a casa sua. Il giorno dedicato era il lunedì perché allora il Deputato eletto con le preferenze (generalmente per essere eletti nella D.C. ce ne volevano più di 40.000!) il giovedì tornava a casa da Roma ma il venerdì, il sabato e spesso anche la domenica, con la vecchia Fulvia guidata dal fedelissimo Vittorio, Luciano non ebbe mai la patente, batteva lo sterminato collegio elettorale che andava da San Giustino a Poggio Moiano, passando per Rieti, Orvieto e Todi, Perugia e Terni. Il martedì mattina, con un bacio affettuoso salutava l'amatissima Lucia che aveva già provveduto a sistemare nelle tasche del marito il necessario per la settimana romana dove lo aspettavano i collaboratori più stretti, Tonini, Luciano, Benedetto.

A Roma la vita era dedicata alla politica, quella seria ma nel corso dei lunghi e come diceva, spesso inconcludenti dibattiti, Luciano, disegnava, rigorosamente in bianco e nero, i colori non li conosceva, composizioni elaboratissime ed anche le figure di straordinari animaletti. Oppure, come ripeteva, la sera nella solitudine del parlamentare a Roma, scriveva appunti poi trasformati in libri spesso di notevole successo editoriale. Quando, insieme si partiva per qualche convegno, o congresso, si discuteva di politica e pure nella durissima palestra che allora erano i partiti, pur nei ruoli rilevanti che ricopriva, nelle sue valutazioni puntuali e precise traspariva un candore, una onestà davvero straordinaria.

Eletto Senatore, volle, come era tradizione, accompagnarmi a Palazzo Madama a farmi conoscere il palazzo e i suoi Uffici. Per la politica la sua era una passione vera nata in quel crogiolo di giovani cattolici che era il San Carlo di Foligno, una passione che riusci’ a coniugare con un sano realismo ed anche con una teatralità che risultò assai utile negli infuocati comizi di allora. La politica gli garantì grandi soddisfazioni e riconoscimenti ma anche, come naturale, qualche amarezza. Le prime non lo esaltarono mai, le seconde accettate serenamente, segno di un esercizio della politica libero e disinteressato.

Nella prima metà degli anni novanta, al crepuscolo della Democrazia Cristiana, nella consapevolezza di non essere uomo per tutte le stagioni si ritirò nella sua casa di San Sebastiano ma spesso telefonava a me, ormai parlamentare, per essere aggiornato sulle novità politiche e per, con grande gentilezza e garbo, suggerire e consigliare. Consigli sempre preziosi. So che la famiglia, l'amatissima figlia Chiara, organizzerà un incontro per ricordarne la figura e però le dimenticanze delle Istituzioni umbre rispetto alla ricorrenza stridono, con il sollievo che tanti amici lo ricordano ancora con ammirazione e affetto.
 

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