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Cibo e Vino di Alvaro Visconti | Un sorprendente Baccio del Rosso Duca della Corgna per una grigliata familiare

Il nettare umbro: realizzato con il 70% di Sangiovese e con il 30% di Gamay (per la precisione Trasimeno Gamay), è della vendemmia 2019, con il 14%

Nella mia rubrica, anche se non ha ancora una cadenza fissa, sinora ho descritto vini che non conoscevo e
che ho avuto modo di assaggiare al ristorante, alternandoli a vini che sono nella carta dell’agriturismo della
Società Agricola F.lli Angelucci di Collemancio di Cannara, che, ovviamente, conosco molto bene. Mi sono arrischiato con qualche titubanza in questa avventura, consapevole che il superamento dell’esame da sommelier con l’Associazione Sommelier A Tavola Con Bacco certifica una solida preparazione del vasto e variegato mondo del vino, che solo con lo studio e con l’esperienza sul campo si può acquisire, ma di per sé non garantisce che ciò che scrivo riscuota l’apprezzamento di chi legge; sembra però che la mia rubrica stia suscitando un discreto interesse, tanto che alcuni lettori hanno recapitato alla redazione di Perugia Today delle bottiglie per averne delle valutazioni; il Direttore Nicola Bossi nei giorni scorsi me ne ha portate tre, chiedendomi di testarle.

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Mi presto volentieri, considerandola una piacevole occasione per ampliare il mio bagaglio di conoscenza in
ambito vino, anche se mi si rovescia la prospettiva: non più la scelta del vino in abbinamento al cibo, ma un
cibo che vada bene per il vino. L’occasione mi si è presentata una sera di marzo. L’Azienda Angelucci, tra le altre numerose produzioni, alleva, su piccoli numeri e in estensivo, diversi animali da carne (vitelli, bufali, suini, ovini e bassa corte), che poi vende a pacchi famiglia ad un’affezionata clientela. Mia moglie mi telefona per avvertirmi che avrebbe tardato, perché doveva finire preparare i pacchi famiglia di carne di bufalo, e che sarebbe tornata portando qualcosa da cuocere sulla brace. Ho acceso volentieri il camino ed ho atteso il suo ritorno. Petronilla ha riportato delle bistecche di bufalo, rigorosamente allevato in azienda, che gli esperti mi dicono essere più indicata della carne di vitello per chi ha problemi di anemia e per chi ha il colesterolo alto.

Mi è sembrata l’occasione adatta per assaggiare la prima bottiglia, in ordine cronologico, che mi è stata consegnata: è un Baccio del Rosso Duca della Corgna, della DOC Colli del Trasimeno. Realizzato con il 70% di Sangiovese e con il 30% di Gamay (per la precisione Trasimeno Gamay), è della vendemmia 2019, con il 14% di alcol. Dato che la cena era prevista in ritardo, ho deciso di arricchirla con qualche fetta di salame e di salsiccia
secca, di cui sono ghiotto, con la scusa di valutare se il vino si abbinava bene anche con gli insaccati di carne
mista (maiale e cinghiale) sempre di produzione Azienda Angelucci. Non posso non spendere due parole su
di loro: sono salumi realizzati con la ricetta del nonno di mia moglie, che richiamano sapori che fino a 40-50
anni fa era più facile poter gustare e che ora purtroppo si vanno perdendo nell’omologazione delle produzioni industriali. Prodotti eccellenti che meritano un pane altrettanto buono: non avendo a disposizione quello fatto in agriturismo da mia cognata Roberta, ho trovato un’ottima soluzione di ripiego con un pane di semola con lievito madre.

Baccio del Rosso aIl Baccio del Rosso nel calice ha un colore rosso rubino, con riflessi violacei, è limpido e la rotazione rivela
una struttura abbastanza ricca. Al naso si percepiscono aromi floreali di rosa e viola, note di frutta rossa, ciliegia e frutti di bosco, accompagnate da sentori vegetali ed anche di cuoio. Non è particolarmente intenso, anche se si difende bene. In bocca è secco, ha una buona acidità e sapidità, l’astringenza del tannino è ben percepibile, pur non essendo troppo aggressiva. L’alcol si avverte, ma non in modo fastidioso; ed è abbastanza morbido.
L’intensità rispecchia quella al naso. Nel complesso un vino abbastanza equilibrato, pur se più spostato sulle parti dure, che la presenza del Gamay contribuisce a rendere di più facile beva, ed armonico. A quattro anni dalla vendemmia è un vino maturo (il Gamay non è un vitigno famoso per l’invecchiamento), anche se ancora può migliorare, stemperando il tannino.

Bene l’abbinamento con il salame e con la salsiccia secca, con l’acidità che contrasta bene la grassezza dei
salumi; altrettanto bene con la bistecca cotta sulla brace, con alcol e tannino efficaci sulla succulenza del
bufalo e la morbidezza che contrasta la tendenza amara indotta dalla cottura. Ma, per le caratteristiche sopra descritte, sarebbe andato bene anche con arrosti di carne o con primi piatti come lasagne rosse o tagliatelle al ragù.

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Il Baccio del Rosso non è un vino da 90 punti, ma tutto sommato valido, particolarmente in rapporto al
prezzo (ho visto che si acquista intorno ad 8 euro a bottiglia). Si è fatto bere con piacere ed anche quello
che è rimasto in bottiglia il giorno dopo era ancora gradevole. Concludo con una citazione di Philippe Margot, giornalista svizzero appassionato di enogastronomia: “La passione per il vino è complessa. Molti sintomi ne fanno parte. Il piacere di conoscerlo e condividerlo è uno”.

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