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Mental coach per tutti, dagli sportivi ai personaggi dello spettacolo: ecco cosa fa l'"allenatore della mente"

Paolo Bran Veneziani, Life & Mental Coach, ci spiega la sua professione, da non confondere con quella dello psicologo

Viviamo in un mondo frenetico, ossessionati dagli orari, dai messaggi che ti raggiungono ovunque, senza più il contatto con i rimti della natura, che poi sono quelli squisitamente umani. Per questo motivo, sta assumendo un'importanza sempre più rilevante nella società la cura della salute mentale e cresce in maniera esponenziale il peso di una figura professionale come il mental coach, che rcostituisce un vero e proprio ‘allenatore della mente’ per affrontare al meglio stress e complessità.

Sempre più vip, sportivi, uomini d’affari e politici ricorrono a questa figura, ben diversa da quella dello psicologo. Anche se in apparenza le due professioni potrebbero sembrare simili, in realtà i ruoli sono completamente diversi. Rivolgersi ad un mental coach non significa infatti avere problematiche o disagi ma piuttosto avere la necessità di raggiungere obiettivi specifici: personali, lavorativi, sportivi. Quindi il mental coach ti aiut a ottenere il massimo dei risultati ad altissimi livelli.

“Sono sempre di più i professionisti che si affidano, soprattutto nel mondo delle Star e dei VIP, ai servizi di life e mental coach – spiega Paolo Bran Veneziani, Life & Mental coach con esperienza più che ventennale – Da Oprah Winfrey, che ha ammesso in prima persona di dovere il suo successo proprio a questa tipologia di supporto, ad artiste come Adele, Cher, Jennifer Lopez, Madonna, Lady Gaga, Elton John, George Michael e molti altri. Nel mondo del cinema Ben Affleck, Hugh Jackman, Jude Law, Forest Whitaker, Tom Hanks e sua moglie Rita Wilson hanno beneficiato dei consigli di un mental coach. Così come nel mondo della moda uno dei più grandi stilisti italiani, Gianni Versace, mentre nella politica Barack Obama già prima del suo mandato presidenziale, quando era Senatore dell’Illinois, si è avvalso delle competenze del Coaching. Anche il mondo dello sport conta molti esempi: da Serena Williams a molti sportivi italiani come Marcell Jacobs o Matteo Berrettini si fanno affiancare da life e mental coach oltre che, ovviamente, dai coach di preparazione atletica”.

Ma come si diventa mental coach? E quali compiti ha questa figura professionale?

“Innanzitutto bisogna essere professionisti autorizzati, con una formazione specifica e qualificata. È importante avere una laurea in scienze umanistiche, possibilmente in psicologia, oltre ad una formazione adeguata, almeno triennale nel Coaching e grandi capacità interpersonali, comunicative e di giudizio. Il coaching aiuta a focalizzare i giusti obiettivi, a gestire le emozioni. Ad esempio, spesso mi occupo di chi soffre di insicurezza, insoddisfazione o mancanza di autostima ma anche di chi ha paura. Nel caso di alcuni cantanti, ad esempio, li aiuto ad affrontare l’ansia del pubblico e delle grandi folle di fans che riempiono i loro concerti, dandogli il coraggio per affrontare questi problemi attraverso una serie di esercizi specifici. 

Nel mio lavoro utilizzo il protocollo psicologico di Carl Roger ma anche la mindfulness, la programmazione neuro linguistica, la terapia Gestalt, oltre ad altre tecniche ed esercizi, soprattutto di stampo motivazionale.

In poche parole, nel mio approccio, trasformo i limiti personali, le paure e le insicurezze in punti di forza capaci di apportare una reale, positiva trasformazione, una maggiore determinazione e una rinnovata autostima che poi si riflettono sia in ambito professionale che personale. È molto importante sottolineare e sfatare un falso mito e un’errata credenza, ahimè molto radicata anche in Italia. Un Life e Mental coach correttamente formato e professionalmente specializzato non cercherà mai e poi mai di cambiare radicalmente la visione, il carattere o peggio, stravolgere la vita del proprio assistito. Tutt’altro! Un buon consulente di Coaching, spinge alla trasformazione utilizzando proprio la vita e le esperienze del proprio assistito, senza intaccarne le fondamenta”.

Che differenze ci sono tra un metal coach e un life coach?

“Il confine non è poi tanto netto perché entrambe le specialità vanno ad agire per poter raggiungere gli obiettivi; se il life coach agisce più in generale, il mental coach può essere considerato quasi come uno “specialista”.

Qualche curiosità legata a personaggi famosi che ricorrono al mental coach?

“Soprattutto durante i lunghi tour tra le cantanti meno esigenti troviamo di certo Cher e Lady Gaga. Cher non ha molte esigenze, si accontenta di avere la sua camera d’hotel comunicante con quella del suo medico personale. E anche accontentare Lady Gaga è molto semplice. Le basta trovare in camera una grande vassoio con molte differenti tipologie di tè e cannucce lunghe per non rovinare il rossetto. 

Un discorso diverso, invece, va fatto per Jennifer Lopez, che pretende che la sua suite sia completamente bianca: pareti, letto, eventuali tappeti e persino i quadri devono avere una cornice bianca e il ‘dipinto’ al loro interno dev’essere solo una tela bianca. 

Madonna è forse la più difficile da accontentare. La super star infatti pretenderebbe, durante i tour mondiali, l’esatta riproduzione, ovviamente ridotta, sia nella sua suite che nel suo camerino, del grande salotto della sua casa a Lisbona. 

Meno pretese da parte di attori, attrici e presentatori che però, sono generalmente un po’ superstiziosi. Ho affiancato, solo per fare un esempio, un noto attore che se non aveva o dimenticava a casa o in hotel, una pietra forata, trovata anni prima su una spiaggia irlandese, si rifiutava categoricamente di andare in scena o di partecipare come ospite a talk show o altri programmi”.

Insomma, l’allenatore della mente, è chiamato a lavorare su moltissimi ambiti della sfera psicologica ed emotiva, e non si tira indietro neanche di fronte alle esigenze più... capricciose!

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