Elezioni Perugia 2019, la Mori tira il Partito Democratico al centro: "Dobbiamo guardare ai cattolici"
Il consigliere comunale contro il segretario Polinori: "Non si guardi solo alla sinistra e ai laici"
Al centro. No, più al centro. Nel Pd di Perugia, in vista delle elezioni comunali del 2019 si apre già il dibattito sulle alleanze. Per il consigliere comunale Emanuela Mori il punto è uno solo. Ed è questo: "Puntiamo sui cattolici". E lo spiega così, tirando bordate dopo l'assemblea comunale che ha arenato (per ora) l'idea delle primarie: “Questo Pd perugino non può guardare solo a ciò che rimane della sinistra e a qualche vaga associazione di cui non si conosce nome e attività a cui si rivolge il segretario cittadino Polinori. Dobbiamo aprire le porte a tutto quel mondo cattolico che oggi trova profondo imbarazzo negli estremismi espressi da questo governo nazional-populista che rappresenta valori diametralmente opposti a quelli dei cattolici”.
Il riferimento alla vaga associazione, buttato lì di sfuggita, è per Anima Civica. Formazione cittadina nata da poco in vista delle elezioni del prossimo anno.
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E in tema alleanze tutto vale e tutto può essere messo in discussione. Così la Mori mette sul piatto della bilancia anche i diritti civili: “Ben vengano i diritti civili tanto osannati ed esasperati da una cultura eccessivamente laica – ha proseguito Mori –, ma allo stesso tempo il Partito Democratico deve difendere e valorizzare le istanze dei cattolici impegnati in politica e non. Quando si parla di contatti con le associazioni non si può pensare solo al mondo laico, ma dobbiamo recuperare quell’ampio fronte cattolico a cui io e tanti miei amici apparteniamo e che oggi non riescono a trovare un partito di riferimento”.
E di nuovo sulle elezioni: “Ecco la vera sfida su Perugia – ha proseguito la Mori – per recuperare una credibilità e una governabilità da tempo dimenticata a causa di un governo cittadino in molti casi latitante e molto concentrato sull’apparire piuttosto che sul ‘fare’”. “Credo – ha concluso Mori – che solo in questo modo, ovvero condividendo e aprendosi a nuove culture e a nuove istanze provenienti da quel mondo moderato a cui mi riferisco e a cui appartengo, si possa dare una svolta risollevando le prospettive di un Partito Democratico perugino ancora troppo legato alle esperienze di sinistra, diventate di fatto antistoriche e sicuramente inadeguate alla sfida che noi andremo ad affrontare nei prossimi mesi”. Che si discuta, allora.