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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

"Consapevolezza, vigilanza, responsabilità condivisa", per non ripetere "Fatali errori e antiche colpe": così Tesei e Oliviero nel Giorno della Memoria

La Presidente della Regione Umbria e il Rettore dell'Università di Perugia lanciano messaggi di stimolo alla comunità regionale affinché non manchi il dialogo civile e costruttivo, attraverso la memoria

“Ad oltre 70 anni da quel 27 gennaio del 1945 in cui furono aperte le  porte di Auschwitz, abbiamo il dovere di continuare a ricordare ciò che accadde affinché non si ripetano quelli che Enrico De Nicola, primo presidente della repubblica, definiva 'Fatali errori e antiche colpe'”. Lo afferma la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei che, pur essendo impegnata a Roma per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, ha voluto comunque manifestare la sua ideale partecipazione alle celebrazioni della Giornata della memoria. “Anche grazie alla memoria – ricorda infatti la presidente Tesei - dobbiamo evitare che vi possano essere rigurgiti di pensieri che calpestano i valori più alti del rispetto umano”.

Le fa eco anche Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Perugia, Prof. Maurizio Oliviero: “Oggi, 27 gennaio, ricorre l'anniversario della Liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau da parte delle truppe sovietiche, avvenuto nel 1945. In questa significativa occasione, vogliamo rendere pubblicamente omaggio alla memoria delle vittime dell'Olocausto, riaffermando il nostro impegno incrollabile per contrastare il razzismo, l’antisemitismo, l’intolleranza, la violenza e la prevaricazione, in ogni loro possibile forma e declinazione. Onoriamo la memoria delle vittime, perché diventi la nostra memoria. Ricordiamo, affinché le atrocità commesse e subite si trasformino in consapevolezza, vigilanza, responsabilità condivisa, riflessione comune. Ciò che è successo dentro le mura di Auschwitz-Birkenau, di Treblinka e degli altri campi di concentramento, il cui obiettivo era l’annientamento dell’umanità e la cancellazione dalla storia di intere comunità di persone, non riguarda solo le famiglie delle vittime e i loro discendenti. Riguarda tutte e tutti noi e ci investe di un preciso dovere: quello di resistere all’odio, ai crimini, alle atrocità, sempre e comunque, per impedire che ciò che è accaduto possa ripetersi. Perché ciò si realizzi, però, occorre essere capaci di esprimere dissenso di fronte all’ingiustizia. L’Università degli Studi di Perugia ha recentemente voluto rendere omaggio al Prof. Edoardo Ruffini Avondo, docente dell’Ateneo che novant’anni fa rifiutò di prestare giuramento di fedeltà al regime fascista. Sono uomini e donne come lui che, nelle notti più oscure della civiltà, quando l’odio e la divisione hanno prevalso sull’amore e sulla solidarietà, hanno acceso una luce di speranza e di vero eroismo, pagato a caro prezzo, in suprema difesa della dignità umana. È compito in primis della Scuola e dell’Università educare le giovani generazioni alla riflessione critica, fornendo gli adeguati strumenti di comprensione del mondo, formando menti consapevoli e incoraggiando l’autonomia di pensiero, espressa in un dialogo civile e costruttivo. Non esistono scorciatoie, non c’è spazio per indifferenza, opportunismi ed egoismi: per questo i luoghi del sapere devono rimanere liberi da logiche politiche e di profitto. In quanto tale autonomia rappresenta una garanzia a tutela di tutte e di tutti e lo strumento principale per costruire un futuro migliore”. 

Frattanto, l'Università per Stranieri proporrà nella giornata di oggi un incontro di riflessione in presenza e online a partire dalle parole di Primo Levi "Meditate che questo è stato”.

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