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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Presunti abusi, la Curia ai Radicali: "Accuse non comprensibili"

La Curia di Perugia risponde ad alcune dichiarazioni dei Radicali apparse sulla stampa in merito alla vicenda che coinvolge l'ex sacerdote di Cenerente in una storia di presunti abusi

Continua a far discutere la vicenda dei presunti abusi che ha coinvolto un sacerdote in una struttura della Caritas perugina.

Infatti, in merito ad alcune dichiarazioni fatte dal segretario di Radicali Italiani e dalla presidente di Radicali Perugia in riferimento ai fatti che hanno coinvolto l'ex sacerdote di Cenerente, apparse in questi giorni sulla stampa locale, che intendono coinvolgere l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Gualtiero Bassetti e il suo predecessore, l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Chiaretti, la Curia tiene a precisare quanto segue.

"A mons. Bassetti, prima dell’ottobre 2011, non era giunta alcuna denuncia diretta sul sacerdote. Nel momento in cui una persona nel 2010 aveva riferito di fatti negativi si è premurato di avviare  un’indagine personale riservata, dalla quale non è emerso nulla di significativo. Continuando ad avere segnalazioni riguardanti il sacerdote in questione, ha deciso, in data 24 ottobre 2011, di istituire una  Commissione diocesana di indagine, che ha raccolto le dichiarazioni dei diretti interessati e di coloro che in qualche modo fossero legati alla vicenda.
            
Mons. Chiaretti, a sua volta, è venuto a conoscenza di un unico caso di lamentela nei confronti del sacerdote perugino, risalente al 2004, per il quale, non essendo evidente la fattispecie dell’episodio, convocò subito una commissione di chiarificazione con gli interessati, monitorando poi la situazione per vario tempo senza mai aver notizia d’altri episodi del genere. Su questa dolorosa vicenda la Curia perugina ha fatto luce fino in fondo con determinazione, non temendo la verità come è avvenuto anche in altre circostanze.

Per quanto riguarda il riferimento dei Radicali alla Santa Sede, si ricorda che il caso è tutto e solo di competenza giuridica e pastorale dell’arcivescovo di Perugia. Non sono pertanto comprensibili accuse e sospetti che offendono l’onorabilità dei due presuli, se non per una pregiudiziale diffidenza nei confronti della Chiesa e dei suoi pastori.

Per quanto riguarda le accuse mosse alle strutture di accoglienza della Caritas, si ritiene opportuno rimarcare il loro carattere di sostegno e accoglienza verso persone deboli, povere e disagiate che chiedono aiuto con insistenza e spesso con urgenza per situazioni personali e familiari insostenibili.

Sono, pertanto, opere benemerite, portate avanti con lavoro in massima parte gratuito e da persone volontarie cristianamente motivate e godono dell’apprezzamento della gente comune e del rispetto di Istituzioni pubbliche e private. E’ triste dover constatare che con queste ripetute accuse si vorrebbe oscurare, consapevolmente o meno, tutto l’impegno che la Chiesa perugina profonde per lo sviluppo civile e sociale dell’intera comunità diocesana".
 

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