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Cronaca

Contrordine "compagni" sull'inceneritore della discordia: "Forse non serve più"

Dopo fiumi di inchiostro, polemiche interne al centrosinistra, un piano regionale che lo prevedeva a Perugia e addirittura un studio per individuare la zona migliore dove realizzarlo, ora però il grande inceneritore si allontana

Un po' perchè costa troppo, un po' per la crisi dei consumi. E in mezzo anche la raccolta differenziata che sta crescendo progressivamenti nei comuni anche se a macchia di leopardo. Ecco tutti i fattori che stanno allontanando sempre di più da Perugia e dalla provincia il famigerato inceneritore previsto dal Piano regionale dei rifiuti.E tutto questo nonostante era stato fatto uno studio dove si erano individuati i territori nell'ambito comunale e provinciale più idonei per ospitare il bruciatore.

La valutazione arriva dal presidente dell'Arpa, Svedo Piccioni, che è stato ascoltato in commissione a Palazzo cesaroni. “La raccolta differenziata dei rifiuti in Umbria sta crescendo in maniera considerevole, al punto che l'ipotesi di un nuovo inceneritore si allontana sempre di più”: ha ribadito Piccioni. C'è da dire però che una parte dei rifiuti la Giunta regionale vuole trasformare in energia, ma con nuove e più piccole tecnologie rispetto all'inceneritore.

Piccioni ha riferito inoltre che “cinque Comuni umbri sono già al di sopra del 65 per cento di raccolta differenziata, diversi hanno superato il 50 per cento, fra questi Perugia, Gubbio e molti Comuni dell'Alta valle del Tevere, e laddove si è partiti più tardi, come a Foligno, si è già al 44 per cento, un dato ottenuto relativamente allo sforzo effettuato nei soli ultimi mesi del 2012, anno di riferimento per conoscere la situazione attuale, che lascia presagire per il 2013 una situazione in netto miglioramento. Male, invece, Terni. La media regionale, trattandosi di dati non omogenei, si attesta intorno al 44 per cento, con una crescita di 6 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Considerando – ha aggiunto - che le discariche umbre hanno ancora un anno o due di vita (nel senso che è possibile ancora conferire rifiuti, prima della saturazione, ndr), ci sono tutti i presupposti per un consolidamento della crescita della raccolta differenziata”. Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti, ambito in cui l'Umbria è sempre stata fra le prime regioni italiane, si registra un calo: dai 600 chilogrammi pro capite all'anno, ai 521 chili dell'ultima rilevazione. 

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