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LIBERO PENSIERO Perugia mia, così getti alle ortiche la tua storia

Reperti non repertati, documenti dispersi, collezioni alienate...

Perugia mia, così getti alle ortiche la tua storia. Reperti non repertati. Documenti distrutti e dispersi. Collezioni alienate. Non ci resta che piangere. I lavori alla Canapina... e l’amico ritrovato.

In relazione al servizio sull’eterno cantiere di San Benedetto Vecchio [INVIATO CITTADINO Canapina e San Benedetto: un cantiere senza fine], mi scrive (e mi autorizza a pubblicare) A. M., perugino doc,  psichiatra e psicoanalista junghiano.

Mi scrive: “Sollecitai nel tempo gli archeologi a visionare il materiale del "butto" sotto il muro etrusco della Canapina. Dopo le piogge, affioravano frammenti ceramici: dalle ceramiche sigillate aretine a frammenti di vasi dipinti”.

Quali gli esiti della tua sollecitazione?

“La segnalazione non ebbe esito, non interessò nessuno. Mi chiedo ora quante testimonianze siano finite nel mucchio dello scasso... ma la Sovrintendenza?”.

Vuoi essere più preciso?

“Abitavo lì vicino, ai primi anni '80. Tanta ceramica, anche dipinta, medioevale, affiorava sulla scarpata sotto l'Ospedale di via Oberdan (ho un'ampolla dell'Acqua Antisterica della Farmacia di Santa Maria Novella)... Hai presente Purgotti che brevettò il fiammifero della Saffa?”.

Cosa c’entra?

“Una ventina di anni fa, al mercatino dell'antiquariato, c'era in vendita tutta la collezione delle illustrazioni delle scatolette. Corsi alla Biblioteca Augusta e dall'allora assessore della Cultura del Comune”.

Come risposero?

“Finì che comprò il pacchetto una straniera per 6 milioni di lire. La collezione è in mostra a Varese”.

Tu non ne prendesti nessuna di quelle etichette illustrate?

“Io ne ho una scatola piena. Le ho anche proposte in prestito per, credo, il centenario della Saffa di un anno fa...silenzio e disinteresse”.

Scarso interesse per la storia cittadina? Puoi fare qualche altro esempio?

“E i bauli di carte antiche della Farmacia San Martino che si dispersero nel cantiere dei locali sottostanti?”.

Colpevole negligenza.

“Ho ritrovato al mercatino alcuni documenti dell'Archivio dell'Ospedale Psichiatrico”.

Ricordo che lo consultò Ascanio Celestini per il suo spettacolo sui matti e per il  film “Pecora nera”. Ma poi chissà che fine avranno fatto. Ne sai nulla?

“No. Mi chiedo: che fine ha fatto l'Archivio che decenni fa stava sotto la Clinica Neurologica con tanto di bibliotecaria. Roba che consultavo nei miei studi di Psichiatria. Tutto qui”.

Poi il “come eravamo” che recita: “Mi ricordo di te in giovinezza, abitavo a Monteluce e ci incontravamo a Porta Pesa”.

Tutto vero. Ai tempi in cui, per noi perugini e per Perugia, il verbo amare si coniugava all’indicativo. Ma suonava decisamente “imperativo”.

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