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VIDEO Alessandro e la sua lotta contro il cancro: "Prigioniero del male e della casa: non posso neanche lavarmi o uscire"

Un anno dopo lo sfratto della sua famiglia, siamo tornati da Alessandro ospite in un alloggio della Curia pagato dal Comune

"Questa casa va bene per una prima emergenza, sarebbe andata bene se il trapianto di midollo fosse andato a buon fine ma il mio quadro clinico è completamente andato peggiorando. Ho problemi di deambulazione e mi affatico subito. Sono tornato a fare delle Chemio molto pesanti. dipendo ormai tutto per tutto dall'assistenza che ci danno e dalla forza dei miei genitori. Per uscire dovrei fare 92 scalini, non c'è possibilità di prefdisporre le scale per una sedia elettrica. Il bagno: non ho vasca ma una cabina doccia piccola e quindi sono costretto a lavarmi a pezzi. Ho bisogno di un alloggio diverso, adatto alle condizioni in cui mi ha ridotto il male. Questa non è vita!".

Alessandro Trozzi  ha 31 anni, parla a fatica, le sue difesse immunitarie sono al minimo, ogni giorno mette tutte le sue forze per fronteggiare il male. Dopo lo sfratto per morosità - nella sua famiglia non lavora nessuno al momento - un anno fa con il contributo del Comune di 200 euro è stata presa una casa della curia di Colombella. Non adatta alla sua condizione di salute, ma era l'emergenza più nera... e ci si è accontentati. Ora però Alessandro chiede un alloggio popolare salubre, senza scale, da attrazzerare sanitariamente alle sue esigenze di invalido al 100 per cento. In passato non è stato possibile per via del fatto che i suoi genitori non avevano tutte le carte in regola, ovvero figurava un alloggio di proprietà in Abruzzo, ma la famiglia si è sempre giustificata spiegando che si tratta di un alloggio ormai pignorato... loro non hanno niente, niente di niente, ormai da tempo.

Della situazione di Alessandro si è fatto portavoce il consigliere regionale della Lega Valerio Mancini: "Due ragazzi gravemente malati e genitori senza un reddito non rientrano nei regolamenti per le case popolari? Assurdo. A questo ragazzo va dato una casa perchè le sue condizioni sanitarie ed economiche sono disastrose. La politica deve rimettere al centro l'uomo e la famiglia cancellando burocrazia, pastoglie e impedimenti assurdi".  

Nonostante la casa, il male, il trapianto finito nel peggior dei modi, Alessandro lotta e spera: da giugno cure alternative a Perugia, rapporti con gli Stati Uniti per altre cure sperimentali (costo un milione di euro)  e spera nei mesi caldi che verranno, quando si sentirà in forze, di fare una passeggiata all'aria aperta. Un fenomeno ci ha insegnato che per chi sta male fare vita sociale e fare sport fa soltanto bene e permette di combattere il male. Il fenomeno era Leo Cenci. Abbiamo imparato veramente la sua lezione? Se sì... allora si dia quanto prima un alloggio ad Alessandro e la sua famiglia

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