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Giovedì, 18 Aprile 2024
Sport Pian di Massiano / Viale Giuseppe Meazza

Il Grifo e le prime difficoltà stagionali: cosa va e cosa non funziona nel Perugia di Bisoli

Sono tanti i punti interrogativi sorti dopo queste prime 4 giornate e a Pian di Massiano ne sono coscienti, ma fino a gennaio il Perugia rimarrà questo e l’allenatore dovrà continuare a farlo crescere, proprio come sta avvenendo con Drolé

Parlare di match dominato – come ha fatto Pierpaolo Bisoli nel dopopartita di Spezia-Perugia – è sicuramente eccessivo, frutto di una riflessione fatta ancora con tutta l’adrenalina dei 90 minuti in corpo. Ma anche leggere sui social network o sentire per strada gente invocare una strenua lotta fino all’ultima giornata per non retrocedere causa un certo senso di imbarazzo. A Perugia, quando si discute di calcio, non ci sono mezze misure. In questo momento complicato le esagerazioni paiono prevalere e non aiutano certo a tranquillizzare un ambiente scosso dalla partenza a rilento della squadra: 4 punti in 4 giornate.

Cerchiamo di vedere le cose per quelle che sono. Il Grifo non ha fatto una gran partita contro i liguri: un primo tempo sterile, in cui l’unica vera conclusione pericolosa è stata il bel tiro di Salifu, più qualche buon cross arrivato dalla destra grazie a Del Prete. Senza dubbio è andata meglio nella ripresa, con i biancorossi chiamati a rincorrere dopo il bel gol al 36’ di Brezovec, ma gli sforzi del gruppo non sono bastati. La verità però è che la squadra ha tentato l’assalto solo nei 25 minuti finali, dopo gli innesti di Ardemagni e Drolé, nel momento in cui lo Spezia è calato fisicamente e non è più riuscito a contenere gli avversari.

Lasciare il solo Di Carmine in attacco è stata una mossa tanto azzardata quanto inevitabile: Ardemagni è l’unica prima punta in rosa ed è impensabile che possa giocare 42 incontri senza che la condizione fisica e le prestazioni ne risentano. Il mercato non ha regalato a Bisoli un giocatore in grado di fare le veci dell’attaccante milanese e di questo non si può certo incolpare il tecnico: la società ha le proprie colpe a riguardo, ma è giusto sottolineare che la reticenza di Taddei e Filipe ad accettare le offerte giunte in estate ha complicato tutto, bloccando la campagna acquisti nel periodo delle occasioni “last minute”. Anche a centrocampo manca qualcosa: Salifu e Rizzo spezzano bene il gioco avversario, ma non sono fenomenali quando si tratta di impostarlo. Al contrario, Della Rocca è dotato di un buon piede ma ha qualche difficoltà in più in fase difensiva, tanto che Brezovec è riuscito ad eludere il suo intervento con una semplice finta e a siglare la rete della vittoria.

Meno problemi sembra averli il reparto arretrato: Volta e Belmonte hanno disputato un buon match, con il primo che conferma ad ogni partita di essere il leader della retroguardia perugina. Unica nota stonata, l’assenza di un terzino sinistro di ruolo: o meglio, il terzino ci sarebbe e gli esperti dicono che sia un ottimo giocatore, peccato sia ancora inutilizzabile. L’assenza di Alhassan è pesante perché costringe Bisoli a far giocare sull’out mancino Rossi che, essendo nato difensore centrale, fatica tremendamente in fase di spinta. L’alternativa è Spinazzola, ma il ragazzo di Foligno non aveva mai giocato sulla linea di difesa prima d’ora e non si può pretendere nulla di più di quello che sta facendo.

Sono tanti i punti interrogativi sorti dopo queste prime 4 giornate e a Pian di Massiano ne sono coscienti, ma fino a gennaio il Perugia rimarrà questo e l’allenatore dovrà continuare a farlo crescere, proprio come sta avvenendo con Drolé, che martedì scorso ha mostrato di meritarsi la fiducia accordatagli.

E’ un processo di maturazione che richiederà tempo e che si spera possa dare i propri frutti nella seconda metà della stagione, proprio come promesso da Bisoli e Santopadre. Su questo il tecnico ha pienamente ragione: non è un mago, non esiste nessuno in grado di far rendere al massimo una squadra nettamente diversa dallo scorso anno in così poco tempo. I tifosi del Grifo saranno costretti a sopportare, ad accettare qualche scivolone doloroso e allo stesso tempo a continuare a sostenere un gruppo che deve percepire la fiducia dell’ambiente. Nel frattempo c’è la necessità di tornare a vincere per chiudere la fase negativa: il Cesena di Drago è il prossimo obiettivo, senza star troppo a guardare la classifica, senza fare proclami.

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