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GRIFONERIE Perugia in crisi, come uscirne? Iemmello da proteggere, Falzerano da recuperare

Ospitiamo l'analisi di Claudio Sampaolo sul momento difficile che sta vivendo il Grifo di Cosmi, incappato in tre sconfitte consecutive

Se ci sono due certezze nel Perugia squinternato di questa stagione, si chiamano Vicario e Iemmello. Non per citare sempre il grande Nereo Rocco (“Una squadra perfetta deve avere un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un mona che segna e sette asini che corrono”), ma ora come ora contestare Iemmello, l’unico che la mette dentro, che ha il gol in testa, sa molto di autolesionismo.

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È vero, il capocannoniere del campionato non segna su azione dal 21 dicembre, ma nel frattempo ha sempre realizzato dal dischetto (escluso Napoli) il che non è per nulla scontato, ed ha dimostrato, pur avendo qualche passaggio a vuoto, di farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto.

E non lo diciamo noi. Lunedì sera, il commentatore di Dazn accanto al telecronista era Stefan Schwoch, un’autorità assoluta in materia di attaccanti, visto che è il recordman della serie B di tutti i tempi con 135 reti. Bene, Schwoch ha spiegato due cose importanti:

1) Iemmello ha sbagliato due conclusioni ed una terza gli è stata rimpallata, ma una volta dentro l’area ha dimostrato di sapere sempre in anticipo dove arriverà il pallone. Per un attaccante è la cosa più importante.

2) Un attaccante centrale, un bomber, che fa un recupero di 40 metri per inseguire l’avversario fin quasi la sua area di rigore dimostra cose importanti: che ci tiene alla maglia, ai compagni, a fare bella figura al di là dei gol.

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Riflettiamo sulle considerazioni di Schwoch, specie sulla prima, l’altra non ha bisogno di commenti. Avere il radar cattura palloni dentro l’area, come lo aveva lui, significa che puoi restare a secco anche per qualche domenica, capita a tutti gli attaccanti, ma prima o poi ricominci a metterla dentro. Il problema vero, si può dire chiaramente, è che a Iemmello sono sempre arrivate poche palle-gol e lui, di suo, nel girone di andata aveva fatto cose strabilianti, quasi ogni tiro un gol. Una media alla Pablito o, se volete, alla Ciro Immobile. Ma non avendo alle spalle una grande squadra, che lo accompagna, lo serve, lo smarca, lo supporta, Iemmello nelle ultime tre giornate non ha fatto il solito miracolo. Vi diamo dei numeri, che come tali non si possono contestare.

Perugia-Spezia: smarcato da Melchiorri al limite dell’area (57’) si trova con la visuale libera, vede la porta, prova a piazzare il destro, ma esce un tiro fiacco che Scuffet intercetta. Sarebbe stato l’1-1.

Frosinone-Perugia: gli capitano due palle da mettere dentro (16’ e 77), ma le spreca. La prima sarebbe stata quella del vantaggio, la seconda del pari eventuale.

Perugia-Empoli: due occasioni (65’ e 83’) non concretizzate. E sarebbero stati i gol della vittoria, probabilmente.

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Tutto questo per dire una cosa fondamentale: Iemmello non è pigro, non si astrae, non esce dalla comune. Semplicemente è un giocatore “umano”, ma pensare di fare a meno di lui è una contraddizione in termini nel momento in cui si rimprovera alla società, anche giustamente, di aver fatto un mercato un po’ sbilenco, di non aver preso giocatori capaci di determinare.

Che cosa può fare Cosmi? Intanto trovare un valido sostituto per Pisa, perché Iemmello sarà squalificato, poi continuare nella sua paziente opera di montaggio e smontaggio, che l’ha portato a schierare persino un inedito 4-3-3, con lo scopo ultimo di rifornire il bomber, non con una-due palle-gol a partita, ma con un produzione più efficace di passaggi smarcanti, possibilmente rasoterra.

Non sappiamo se Cosmi insisterà col nuovo schema o se tornerà al suo 3-5-2, ma di sicuro possiamo trovare dei lati positivi nelle prestazioni di alcuni giocatori: di Carraro e Greco, per esempio, che hanno “girato” con particolare attenzione, scambiando ruoli e posizione in campo per evitare la marcatura ad personam di Marino, di Kouan che ha giocato per due, anche nel contesto di qualche irruenza di troppo, di Buonaiuto che ha, come sappiamo, un tiro che fa male, ma ha dato l’impressione di arrivare sempre col passo lungo, col fiatone, al momento decisivo. Forse bisognerà trovargli una posizione più vicina alla porta, nel contesto di un ipotetico 4-4-1-1. 

E già che ci siamo: perché Mazzocchi e non Falzerano? In costanza di silenzio stampa non è dato sapere come mai Falzerano sia stato spedito in tribuna. Certo è che per il ruolo di esterno d’attacco ha la stessa corsa di Mazzocchi, ma molta più precisione nei cross e più tecnica nell’uno contro due in corsa.

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Morale: i grandi numeri sono contro il Perugia, ma con un po’ di fantasia si possono anche interpretare diversamente. Magari appoggiandosi a quello che si è visto nel secondo tempo contro l’Empoli, ben sapendo che la B è talmente lunga da non consentire pronostici certi. Pensate solo a quello che è successo al Pordenone, passato nel giro di un mese dal secondo posto, dal ruolo di grande rivelazione, candidata alla A diretta, ad essere quasi fuori dai playoff.

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