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GRIFONERIE Crisi Perugia: ritiri e fuori rosa 'sparate' inutili. Il cattivo esempio del Napoli

Ospitiamo l'analisi di Claudio Sampaolo sul momento difficile del Grifo, reduce dalle due sconfitte incassate con Spezia e Frosinone e 'bastonato' dal tecnico Cosmi e dal presidente Santopadre

Decisamente a Perugia non ci facciamo mancare mai nulla. Dopo aver avuto per 13 anni il presidente più spregiudicato nel disporre ritiri, mettere multe e mandare giocatori fuori rosa (Luciano Gaucci), adesso abbiamo ritrovato anche l’allenatore meno enigmatico del calcio italiano, Serse Cosmi, figlio di Parlachiaro. La sua arringa nel post Frosinone ha avuto certo il dono della chiarezza, anche brutale e senza sconti, ma temiamo che nel 2020 la sua utilità, al pari di ritiri e punizioni assortite sia molto poco efficace. Quasi pari a zero, a prescindere dal fatto che ormai non si può più mettere nessuno fuori rosa, se non con motivazioni pesanti, che non includono, ovviamente, giocare male e corollari vari.

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E lo stesso Santopadre, che si schiera con l’allenatore (ma gli mette in mano la patata bollente) e poi minaccia di far venire i giocatori allo stadio col trolley, lunedì prossimo contro l’Empoli (“così se perdono vanno in ritiro”), pensa che con questa sorta di “minaccia” scuoterà dalle fondamenta chi non è in forma, chi non è all’altezza o chi si è montato la testa?

Per carità, ognuno è padrone in casa sua e si regola di conseguenza, ma vorremmo sommessamente ricordare quello che è successo al Napoli, dove De Laurentiis in capo ad alcune partite andate storte ha mandato tutti in ritiro. Risultato? Il Napoli ha continuato ad andare male, i giocatori si sono ribellati, alcuni hanno litigato di brutto con De Laurentiis junior ed hanno lasciato il ritiro. Non bastasse questo scontro, la società ha messo multe pesantissime, dai 154mila euro ad Allan, fino ai 354mila di Insigne. Poi De Laurentiis ha completato la sua opera licenziando Carlo Ancelotti, cioè uno dei primi 5-6 tecnici d’Europa ed ha assunto Gattuso per rimettere insieme i puzzle di un quadro disintegrato. Il buon Rino, che nonostante la narrazione “barricadera” della sua vita ha messo in campo una calma quasi zen, ha tolto di mezzo ogni punizione collettiva ed ha mirato dove serviva. Nell’ultimo turno ha lasciato a casa Allan “perché non si impegnava in allenamento” ed ha vinto a Cagliari. Come dire: nessuno è indispensabile e mandare tutti dietro la lavagna come facevano le maestre elementari mezzo secolo fa è non solo inutile ma anche controproducente.

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Cosmi ha a disposizione una rosa numericamente sterminata e purtroppo sbilanciata, dove non solo ci sono sei punte e manca il centrocampo al completo, ma sembra di essere ancora in precampionato. Con giocatori reduci da lunghe assenze (Angella, Rajkovic, Greco, ora Di Chiara) quasi costretti ad andare in campo dalle contingenze settimanali, con altri che avevano mercato e forse avrebbero preferito andare via ma sono restati (Santopadre ha fatto anche i nomi: Iemmello, Melchiorri, Falcinelli, Mazzocchi, Buonaiuto) e altri ancora palesemente inadeguati alla categoria (omissis…). Ma siccome Cosmi ha dato prova nella sua carriera di saper pescare dove altri non provano neppure a buttare le reti, noi confidiamo che sappia venirne fuori anche ora. Perché sia chiaro che se non riesce nell’impresa lui, che ha dalla sua il 99% dei tifosi (e questo sia la società che i calciatori l’hanno capito bene), non ci riuscirà nessuno.

Senza nemmeno fare troppi proclami, tanto lunedì vedremo chi sarà in campo o in panchina, ma soprattutto in tribuna. Come Allan.

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