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Martedì, 23 Aprile 2024
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Rio 2016, i missili di Zaytsev affondano gli Usa: Italvolley targata Sir in finale alle Olimpiadi

Semifinale olimpica meravigliosa quella tra Italia e Stati Uniti, con gli azzurri che hanno avuto la meglio anche grazie alle magie in battuta dello "Zar". Finale con il Brasile

Una partita epica al Maracanazinho di Rio de Janiero, una di quelle da ricordare per molti anni. L’Italia della pallavolo torna in finale alle Olimpiadi dopo aver battuto al tie-break gli Stati Uniti. Protagonisti dell’impresa i ragazzi della Sir Safety Perugia e in particolare Ivan Zaytsev, spoletino ed ultimo acquisto dei Block Devils, che nel momento decisivo tira fuori tutto l’orgoglio e la rabbia in corpo per ribaltare una situazione che sembrava compromessa. Ora resta lo scoglio più grande, il Brasile pluricampione olimpico e del mondo, nonché padrone di casa, che ha spazzato via nell’altra semifinale la Russia.

Ai vantaggi – Inizio difficile per la squadra di Blengini, che va subito sotto in maniera pesante. Zaytsev non entra subito nel match e anche Buti e Birarelli (gli altri due uomini Sir) non ingranano. Poi però gli Azzurri cambiano passo, lo “Zar” si trasforma a servizio e in seconda linea, si arriva al 24 pari e tutto si decide ai vantaggi. Proprio in questa circostanza viene fuori capitan Birarelli, che con 2 pennellate da fondo campo risolve la contesa in favore dell’Italia: 30-28.

Rimonta Usa – Anche nel secondo set c’è grande equilibrio, la formazione di Gianlorenzo Blengini trova però un bel break e tutto sembra mettersi per il meglio. Ma gli americani non la pensano allo stesso modo: Holt e Anderson chiudono il divario murando Zaytsev e Juantorena. Si va di nuovo punto a punto fino ai vantaggi e stavolta è lo schiacciatore ex Modena ad avere la meglio con un ace che chiude i giochi sul 28-26 Usa.

Blackout Italia – Il terzo set, di fatto, non si gioca. I giocatori di Sperow sono carichi, quelli italiani decisamente abbattuti per aver gettato l’occasione di andare sul 2-0. Il distacco diventa subito abissale, Zaytsev si innervosisce e si becca un giallo per aver parlato con l’arbitro (cosa che spetta solo al capitano della squadra). E’ il segno che qualcosa non sta funzionando e la formazione a stelle e strisce prende il volo: 13-4. Il parziale numero 3 è ormai andato, lo si capisce dalla scelta di Blengini di mettere i “big” in panchina per farli rifiatare sia fisicamente sia psicologicamente. Il massacro in campo prosegue, gli Stati Uniti conquistano 15 setball e sfruttano subito la prima stampando un 25-9 mostruoso.

Lo “Zar” impera – Troppo brutta quest’Italia per essere vera. A suonare la carica, allora, ci prova subito Zaytsev che in apertura di quarto set schiaccia e urla in faccia agli statunitensi. La squadra di coach Sperow però sembra una macchina da guerra e continua a macinare gioco e punti. Per rimanere aggrappati al match ci vogliono le giocate dell’opposto fresco di firma con la Sir e le murate di Simone Buti. La partita torna in grande equilibrio, gli scambi si allungano, i salvataggi da entrambe le parti si fanno sempre più miracolosi. Alla fine l’Italia sembra cedere il passo ai nordamericani: piccolo break di Russell (altro giocatore di Perugia) e compagni che vanno sul 21-18. Ma questa Italia è dura a morire: capitan Birarelli in battuta e Pippo Lanza a muro rimettono le cose a posto: 22-22. A questo punto sale in cattedra lo “Zar”. Tre missili uno dietro l’altro. Ace, ace, ace, il secondo dei quali è spaventoso: 122 chilometri all’ora, riga pizzicata e gli arbitri se ne accorgono solo grazie al challenge chiamato da Blengini. Giocatori a stelle e strisce impietriti di fronte al loro incubo più grande.

Tie-break da urlo – Si va all’ultimo e decisivo set. Avvio senza grandi sussulti, 6-6, tutto in parità. Il divario comincia ad aprirsi grazie ai punti del ragazzo di Santiago de Cuba, Osmany Juantorena, e al solito Ivan Zaytsev (8-6). Dopo il cambio di campo ci pensa un altro uomo Sir, Simone Buti, ad allungare per l’Italia grazie a un bellissimo ace. Momenti trepidanti della sfida, il muro di Giannelli dice di no al tentativo di rimonta Usa. I palloni al servizio scottano sempre di più, un errore per parte prima dell’ace di Juantorena (12-8). Gli Stati Uniti si affidano al solito Anderson per rimanere vivi, ma il segno del destino arriva nello scambio successivo: gli americani difendono e contrattaccano con Holt, il libero Colaci si salva in bagher e rimanda dall’altra parte il pallone che, complice un errore di valutazione da parte del centrale originario di Cincinnati, cade sulla linea e dà il 13-9 all’Italia. I nordamericani non ci sono più: Russell regala ai compagni di squadra della Sir 5 matchball sparando fuori la parallela. Simone Buti ringrazia e sul seguente attacco degli avversari trova la murata decisiva, quella che spedisce in paradiso gli Azzurri. Dopo 12 anni è di nuovo finale, la più bella e difficile in assoluto, contro i fortissimi brasiliani, padroni di casa e maestri nel volley. Ma con uno Zaytsev così, con il cuore di Birarelli, l’attenzione sottorete di Buti e di tutti gli altri giocatori di Blengini, si può ancora sognare.  

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