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GRIFONERIE di Claudio Sampaolo | Un derby pessimo e noioso che il Perugia ha perso per eccesso di tattica

Le scelte di Alvini hanno determinato una partita troppo attendista. Ma l’ultima mezzora lascia aperto uno spiraglio di speranza per venerdì col Monza

claudio sampaolo-3I derby sono per loro natura quasi sempre partite brutte, tirate, ipertattiche, sofferte quasi più dagli allenatori e dai loro staff che dai tifosi, ma vista la diversa predisposizione mentale della vigilia (il Perugia doveva vincere quasi per forza, la Ternana per la gloria regionale) avevamo sinceramente sperato in un altro spettacolo. Perché una partita così scialba, misurata, controllata, senza uno sprazzo, un guizzo, specialmente nei primi 45’? E’ sembrato di vedere un match di andata di Coppa quando ancora i gol in trasferta valevano doppio. L’ipotesi più probabile è che Alvini si sia reso conto di avere una squadra molto stanca dopo 36 giornate tirate quasi sempre al massimo, ed abbia preferito preparare una partita di attesa, in contropiede, giocandosi poi qualche jolly nel finale. Così potrebbe spiegarsi la rinuncia De Luca per due attaccanti veloci quanto imprecisi come Olivieri e Matos ed a Segre per avere Kouan in marcatura su Palumbo. Giocare di rimessa, come era successo col Parma, ma in quell’occasione la partita si era “aperta” con un rigore ed un assist di Buffon.

Quale è stato il problema a Terni? Che la squadra si è snaturata, esattamente come quando si presentò a Crotone col tridente Carretta-Olivieri-Matos e nonostante non ci fosse la fisicità di De Luca ha giocato con lanci lunghi quasi sempre incontrollabili. Altra cosa sarebbe stato far viaggiare la palla rasoterra, recapitarla a Matos e Olivieri in movimento. Ma ci sarebbero voluti piedi un po’ migliori sia in chi distribuiva il gioco, sia in chi si doveva proporsi sugli esterni e l’ha fatto
pochissimo. Sappiamo che per seguire la strategia di Alvini (non la tattica che è l’arma dei perdenti), o se vogliamo i “concetti di gioco”, come lui preferisce si dica, occorrono tre doti fondamentali: la capacità tecnica, la forza fisica e, soprattutto, la mentalità vincente. 

La voglia di attaccare sempre e comunque l’avversario, di buttarsi negli spazi anche se la palla potrebbe non arrivare, di pressare in maniera coordinata dimenticando quel po’ di mal di gambe incipiente, come è successo, durante la stagione, in quasi tutti i campi esterni, specialmente contro i club che si giocheranno la serie A.
Così non è stato. Perché Lisi ha giocato una partita prudente, senza avere il supporto di Dell’Orco, ben impegnato a tenere a bada Partiupilo, e dall’altra parte Rosi e Ferrarini, pur avendo un solo avversario davanti (Martella), non hanno mai spinto insieme, per costringere la Ternana ad uscire con un difensore (Celli) oppure a far scalare Palumbo, lasciando solo, in questo caso Kouan.

Paura? Stanchezza? Troppa tattica? Non lo sapremo mai, anche se i ribaltamenti di schemi dell’ultima mezzora (prima 4-3-3 poi 2-4-3-1 difendendo solo con Rosi e Dell’Orco), che hanno portato ad un assedio continuo ed alle due occasioni di Olivieri e De Luca farebbero propendere per l’ultima ipotesi. Vedremmo venerdì col Monza, quando davvero al Grifo servirà solo una vittoria. In caso contrario, comunque, solo applausi.

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