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GRIFONERIE Arrivare ai playoff giocando male come a Vicenza o tornare alla strategia made-in-Alvini?

Col Lanerossi due occasioni e due reti per tre punti pesanti. Il rovescio della medaglia rispetto alle ultime prestazioni, con tante palle-gol create, ma scarsi risultati. Le opportunità del 4-3-3 “mascherato”

Arrivati a 270’ dalla fine ci sarà sicuramente chi dirà che pur di arrivare ai playoff l’importante è vincere, non importa come. Verissimo, anche se del tutto contrario a quelli che sono i nostri pensieri in merito, ma in questo pazzo campionato di B ormai ne stiamo vedendo di tutti i colori, per cui, a volte, occorre essere molto machiavellici e badare al sodo. Del resto, gli ultimi flash arrivati lunedì, sconfitta del Lecce a Reggio Calabria e vittoria dell’Alessandria a Cittadella confermano quello che pensiamo da tempo: calendario alla mano, non daremmo troppo per scontato che il Frosinone faccia i 7 punti che lo porterebbero fuori dalla portata del Perugia, dovendo affrontate Monza e Pisa in casa e Spal a Ferrara, una squadra, cioè, che se non si sveglia finisce dritta nei playout, avendo ormai solo tre punti sull’Alessandria. E lunedì prossimo sono in programma Brescia-Spal e Alessandria-Reggina.

Torniamo a noi, al brutto Perugia di Vicenza. E’ in grado di vincere tutte e tre le partite che rimangono? E con quale atteggiamento? Fin qui, escludendo Alessandria, Brescia, Cremonese e Reggina al Curi e le trasferte di Como e Parma (mediamente 2 palle gol ogni 90’) la produzione di occasioni è stata quasi sempre cospicua. A titolo d’esempio: 8 palle-gol a Benevento e Ferrara, 6 a Pisa, 4 ad Ascoli, 5 a Cosenza, 6 ad Alessandria e Crotone, con la Spal e col Como, addirittura 7 (a 2) una settimana fa col Pisa.

E dunque il vero interrogativo è proprio questo: visto che il Perugia fatica tremendamente a fare gol (solo due su 19 occasioni create e due punti in classifica tra Spal, Como e Pisa…), conviene, nel momento clou del campionato e per giunta senza il tandem De Luca-Matos buttarsi in avanti, aggredire, come da copione strategico alviniano, rischiando “uscite basse” pericolose come quella di Segre a Vicenza o Chichizola-Sgarbi col Como, o piuttosto è meglio far fare la prima mossa sempre agli avversari?

Una risposta certa non c’è, dipenderà in tutto e per tutto da come se la vorrà giocare Alvini, che intanto, nelle ultime due partite ha avuto modo di schierare una robusta difesa a 4, che anche a Vicenza ha retto bene nonostante le assenze pesanti di Sgarbi e Angella. Un 4-3-3 “mascherato” che consente di difendersi in 5 o 6 e dunque di lasciare 4-5 giocatori offensivi senza compiti di marcatura. Una sola punta mobile (pensiamo Olivieri, con Carretta in panca per un eventuale piano B) con un maggior supporto di Falzerano, Lisi, D’Urso, Kouan e magari del “nuovo” Segre (non tutti insieme, ovviamente…) più sicuri nelle incursioni avendo le spalle coperte. Staremo a vedere, il 25 aprile non è lontano.

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