Calcio serie B, Santopadre ribadisce: "Il Perugia non è in vendita"
Il presidente, ospite ieri sera ad Umbria Tv in una serata abbastanza movimentata, si confessa e rilancia in vista del futuro
L'impegno con Umbria Tv, da questa stagione partner ufficiale del Perugia Calcio, era già stato preso da tempo ma è stato confermato nonostante il momento della squadra non sia dei più felici. Così Massimiliano Santopadre ieri sera è stato ospite della trasmissione Fuoricampo confessandosi praticamente a trecentosessanta gradi. Per lui, così come per tutti gli altri ospiti, una serata un po' movimentata: alcuni ultras hanno raggiunto il cortile dell'emittente di Casenuove di Ponte Della Pietra intonando cori, percepibili chiaramente dalla televisione, contro il presidente per invitarlo ad andarsene, così come sono state fatte esplodere due bombe carta. La trasmissione è stata momentaneamente sospesa per poi riprendere regolarmente: nel frattempo la zona è stata presidiata dalle forze dell'ordine e la calma dopo qualche minuto è stata ristabilita senza particolari criticità.
Malgrado questo il massimo dirigente del Grifo si è dimostrato lucido e con tanta voglia di ripartire. Vediamo i passi fondamentali della sua ospitata:
"Sono deluso da come è iniziata stagione, ma sempre con tanta voglia di combattere. Era importante farmi rivedere per informare chi ama il Perugia e chi mi stima. E poi non volevo che il silenzio fosse confuso con la disillusione. Non pretendo che tutti concordino con me ma ritengo che, dopo dieci anni, dovrei esser creduto, poiché un minimo di fiducia dovrei essermela meritata. Le persone dovrebbero riflettere che qualcosa di buono l’ho pur fatto. Tre mesi fa mi applaudivano per quello che abbiamo fatto nella stagione scorsa. Gli errori si fanno e si rifanno nel calcio, che è un campo dove tutto è legato ad un’alea molto alta. Come Amministratore unico del Perugia devo portare avanti il club tenendo tutto in equilibrio, tra conti e passione. Ma questo non sempre è facile".
"La società non è in vendita ma sono pronto ad ascoltare progetti ambiziosi. Se io riuscissi a guadagnare col Perugia farei salti di gioia, perché guadagnerei con una passione. Ma purtroppo non accade. Se si creano utili in un club, non è una vergogna. La vergogna sarebbe di farlo fallire. Ma, ad oggi, non sono ancora riuscito a farlo. Non ho mai portato altrove le plusvalenze, che ho sempre e solo utilizzato per ripianare i disavanzi a fine stagione. Qualsiasi introito non basta mai a ripianare le perdite, che al 90% sono dovute alle spese per gli stipendi dei giocatori".
"Sono abituato alle contestazoni della piazza. Ad oggi non rifarei la scelta di Castori, che abbiamo cambiato perché la squadra non riusciva ad entrare nei suoi meccanismi, nel suo gioco poco scorrevole. Non si riusciva a mettere in moto la macchina, e non solo per colpe di Castori, i cui meriti sono assodati. Castori pensavamo che ci potesse aiutare nella transizione al dopo Alvini. Quando abbiamo capito che Alvini se se stava andando, abbiamo virato su Castori. Si è valutato che la difesa continuava ad essere a tre, ma forse si è tenuto poco conto del fatto che si andava a cambiare radicalmente il tipo di gioco".
"Credo che Baldini un allenatore che non ha paura di esternare le sue idee, in cui crede ancora, e lo appoggio. Noi sappiamo che l’obiettivo primario è la salvezza, ma perché dovrei zittirlo quando esprime le sue ambizioni di serie A?".
"La progettualità esiste dal 2011. L'abbiamo avuta con le strutture e infrastrutture e la serie B. Facevo le squadre coi prestiti e venivo attaccato, ma poi pian piano siamo arrivati ad avere, oggi, 22 giocatori di proprietà. Aver cambiato tanti allenatori è stato il grande limite della mia gestione. Ma la progettualità è tutto quello che abbiamo fatto fino a questo momento".
"Siamo alla settima giornata e non posso non essere preoccupato ma ancora mancano 31 gare alla fine. Baldini andando avanti col lavoro troverà la quadra e io lo supporterò. La difesa a tre non è un totem, vedrà il mister se e come cambiare. Sono convinto che Silvio può farci divertire, ma certo che, se non arrivano i risultati, è dura. Ma bisogna crederci, come ci credemmo quando Caserta, a sette giornate dalla fine del campionato e 8 punti di distacco dal Padova, mister Caserta disse che lui ci credeva".
"Il mio rapporto coi tifosi è peggiorato, non da parte mia, dopo la retrocessione. Io sarei felice di poterli rivedere".
"Di solito vado negli spogliatoi è solo quando c’è bisogno di cambiare rotta, ma non dico mai agli allenatori chi devono far giocare. Chi dice il contrario è forse qualcuno da me esonerato che magari ha il dente avvelenato".