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Calcio serie B, Silvio Baldini si presenta a Perugia: "Vogliamo la serie A"

Subito battagliero il neo tecnico biancorosso durante la conferenza di presentazione, che non ha usato mezze parole per quello che è il grande sogno di tutti. Parla anche Santopadre dopo un lungo silenzio

A Perugia per non fare da comparsa e credere nel grande sogno nella testa di tutti da ben diciotto anni. Con questo spirito, malgrado la classifica almeno momentaneamente non autorizzi determinati voli pindarici, Silvio Baldini ha avuto questa mattina il primo contatto con la stampa al termine dell'allenamento di stamani (che non sarà l'unico in quanto alle 16 si tornerà nuovamente in campo) e ha fatto capire di voler ripetere l'impresa dello scorso anno a Palermo, dove ha portato in serie B la squadra rosanero malgrado non godesse certo dei favori del pronostico, per di più da subentrato. Proprio come quest'anno. Sulla carta questa volta sarà ben più dura, ma come sempre sarà il campo ad emettere il giudizio.

SI RIVEDE SANTOPADRE

A presenziare alla conferenza stampa odierna c'era anche il presidente Massimiliano Santopadre, che è tornato a far sentire la sua voce dopo un lungo periodo di silenzio:

"Dò il mio benvenuto Baldini, un allenatore che ha bisogno di presentazioni. Devo ringraziare Castori perché è doveroso per gli sforzi profusi ma ora si volta pagina. Quando si fanno certe scelte non è piacevole perché c'è un fallimento da parte di un club. Si arriva a questo per motivazioni che il tempo dirà se sarà giusto o sbagliato, tuttavia i dirigenti devono seguire il loro istinto. In ogni società le scelte vanno condivise e poi avallate dal sottoscritto. Abbiamo optato per il mister per un motivo ben chiaro: Silvio ha dimostrato che davanti l'allenatore c'è l'uomo. Poi è stato preso per il suo modo di interpretare il calcio. Avevo bisogno di entusiasmo, di rivivere il vero motivo che mi muove in questa avventura. Nel calcio si vive di sogni e della possibilità di raggiungere certi traguardi. Avevo perso di vista il fatto di fare tutto il possibile per fare diventare questa società tra le prime in Italia. Non faccio nessun appello, ma dico una cosa: le componenti sono tante in un club, ma ci sono anche i tifosi. Ho vissuto in silenzio tanto tempo, ma oggi dico che ci credo tanto, il mio sogno è ancora vivo. Vi chiedo di vivere con l'entusiasmo che nutro ancora. Silvio può essere la persona giusta per questo. Accetto le critiche ma non voglio essere quello che non sono. Dobbiamo essere tutti uniti".

Ecco perchè Castori ha perso il posto: "Mi ha fatto male la non reazione nel derby. I miei giocatori non possono essere questi". 

Infine la questione stadio: "Ci sarà tempo e modo per parlarne. Quando le cose sono concrete lo saprete da me". 

LA PAROLA AL MISTER

CALCIO E GEOMETRIA - Tempo fa Baldini ha parlato del teorema di Pitagora applicato allo sport più popolare: "La relazione? Molto semplice. Il campo di gioco è un rettangolo, che a sua volta è una figura geometrica. Se non tieni conto delle distanze non puoi sviluppare un'idea di gioco. La matematica è una componente fondamentale". 

IMPRESSIONATO DALLE STRUTTURE - "Le ho trovate ottime. La cosa più bella è il sogno del presidente di portare la squadra in A. Prendo un ingaggio che è la metà rispetto a Palermo, più fortuna di così? Poi ovviamente ognuno ha le nostre competenze, ma ci vuole sinergia. In questo caso ce la possiamo fare. Non dobbiamo farci prendere dalla paura del risultato. Questa è una squadra forte, che deve portare in campo le emozioni. I giocatori come li ho trovati? Normali. Mi sono sentito con Castori, persona che merita rispetto". 

LA GIOVENTU' AL POTERE - Malgrado fosse del 1958 lo spirito giovanile non cambia: "Mi sento così nella testa, mi interessa che il cuore batta per qualcosa che amo. Così posso ragionare come un trentenne". 

RIFLESSIONI SULL'AMBIENTE - "Il calcio è sempre lo stesso ma i giocatori cambiano. Avevo smesso perché il mio cervello ragiona in un certo modo. Questo è un mondo pieno di ipocrisia, che ti mette in discussione per un risultato, dimenticando ciò che c'è dietro. Poi a Carrara ho dato una mano a degli amici in difficoltà, sfiorando anche la B. E ho capito che ho bisogno di queste emozioni. Non pensare così vuol dire non allenare"

MODULO SUPER FLESSIBILE - La predilezione del nuovo tecnico è per il 4-2-3-1, ma con sei attaccanti in rosa come si fa? Ecco la sua risposta: "Un allenatore non ha un modulo. Perché non devo ascoltare il consiglio del direttore, che ha costruito questa squadra? Difesa a tre o a quattro non cambia nulla. Devi adattarti a ciò che hai". 

TIFOSI - Il pubblico può essere una discriminante fondamentale: "Se portiamo 30 mila persone allo stadio siamo in serie A. A Palermo quando sono arrivati 40 mila spettatori i giocatori andavano al triplo. Era impossibile perdere". 

L'ASPETTO MENTALE - Come può contare la testa nei giocatori di oggi? "È difficile dirlo perché la nostra società propone modelli spesso sbagliati. Vogliono spesso calciatori e veline. È normale che i ragazzi rimangano spaesati".

CONCLUSIONI - "Voltiamo pagina e creiamo entusiasmo. La persona più importante è qua accanto a me. Se riesce a trasmettere tutto questo non c'è partita con nessuno. Però è spesso solo, con i suoi problemi. Lo capisco, ma non deve mollare. Così andiamo in serie A".

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