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Perugia danneggiato a Brescia, la società non ci sta. Giannitti: "Vogliamo rispetto"

Il direttore sportivo dei biancorossi ha tenuto questa mattina una conferenza stampa per esporre il suo punto di vista su quanto avvenuto nelle ultime due partite. E assicura: "Vogliamo i playoff, non molleremo"

Fino a questo momento si era volutamente sorvolato sull'argomento, ma quanto avvenuto nelle ultime due partite ha fatto capire a chiare lettere che non è più possibile farlo. Il Perugia meritava contro Benevento e Brescia sei punti ma, anche e soprattutto per colpe altrui, ne ha ottenuti zero. Questo ovviamente non cambia il giudizio sul campionato straordinario che la squadra di Massimiliano Alvini sta conducendo, ma una domanda è lecita: se si vuole puntare a traguardi più ambiziosi, perchè alcuni fattori esterni devono impedirglielo? Trovare risposta è impossibile, ma nello stesso tempo non si può più stare a guardare. 

A pensarlo è la dirigenza, rappresentata nell'occasione dal direttore sportivo Marco Giannitti, che questa mattina presso la sala stampa del Renato Curi ha tenuto una conferenza stampa.

LA PREMESSA - Così il dirigente di Nettuno ha esordito: "Abbiamo ritenuto di dover alzare l'attenzione dato che le ultime due partite sono state pesantemente condizionate da scelte arbitrali discutibili. Lo facciamo con chiarezza e lealtà, ma vogliamo rispetto verso un gruppo di lavoro, i ragazzi, lo staff tecnico e verso chi lavora ventiquattro ore al giorno per il Perugia. Ma soprattutto verso i tifosi che fanno tanti sacrifici per accompagnarci in gran numero fuori casa. E' giusto che la società ci metta la faccia".

I FATTI - Gli episodi a cui Giannitti si riferisce sono molto chiari: "In tre giorni sono accadute cose molto gravi. All'inizio dell'anno c'è stata una riunione dove ci è stato detto che il var era un supporto tecnologico. Come si fa in così poco tempo a vedere due situazioni completamente opposte di pensiero? Se il var è questo, nelle tre condizioni da valutare, vale a dire una gomitata a gioco fermo, il piede a martello di Bisoli su Olivieri ed il fatto del 94', la cosa che fa più male è che in casa con il Benevento siamo stati richiamati quando eravamo già quasi nello spogliatoio mentre a Brescia nemmeno si sono degnati di rivedere l'azione. Questo suscita rammarico e fa pensare. Questo è un campionato livellato in cui all'ultima giornata si decideranno verdetti sia in testa che in coda. Bisogna capire se l'uso che si fa è personale, va regolamentato per tutti. Ci devono essere zero sbagli. C'è rabbia, delusione, il problema è la mancanza di dialogo tra le parti". 

COSA NON VA - Il problema principale sembra essere la scarsa interazione tra chi dirige il match in campo e chi fuori: "Certe dinamiche contrastanti non posso accettarle. Ieri c'è stata una disparità clamorosa. Ma assicuro che non molleremo di un centimetro, quanto accaduto ci darà forza e ce la giocheremo con tutti fino all'ultimo minuto dell'ultima partita. Sono orgoglioso di far parte di un gruppo di giocatori che stanno mettendo passione ed orgoglio smisurato. Questa scintilla può rivelarsi determinante. Abbiamo un sogno, vogliamo farlo diventare realtà". 

RASSICURAZIONI - Il Perugia malgrado tutto non è intenzionato a mollare: "Non faccio vittimismo, ma vogliamo ciò che ci spetta. Se il regolamento dice che il var deve intervenire che accada. Questo ieri non si è verificato. Saremo ancora più carichi e passionali. Sappiamo che i punti valgono triplo, andiamo su ogni campo per cercare di portarli a casa, a prescindere dall'avversario. Vincerà chi è più bravo sul campo". Centrata la salvezza l'obbiettivo finale è chiaro: "Vogliamo far parte delle migliori otto, lo stiamo meritando".

LO STATO D'ANIMO DEL PRESIDENTE - "Non ho avuto modo di sentirlo ma posso dire che è molto affranto. Non è facile per lui svegliarsi la mattina e venire a conoscenza che ha preso tre settimane di squalifica, per quale motivo non si sa dato che era seduto in tribuna. Il suo pensiero sarà sicuramente quello di farsi delle domande".

NON SOLO VAR - La sfida contro le Rondinelle è stata caratterizzata anche da altri episodi oltre alla mancata verifica tramite il mezzo televisivo del possibile rigore finale, ma Giannitti ha precisato: "Devo separare le due cose. Per me la tecnologia non può sbagliare, deve dare perfezione a certe dinamiche. Il giudizio arbitrale non posso invece sindacarlo".

CONCLUSIONI - Al Rigamonti c'era anche il designatore Gianluca Rocchi: "Se mi aspettavo delle risposte? No, ma se c'è un'azione da fermare questo deve avvenire. Io penso al campo, ma se vedo cose non equiparate nel modo dovuto è giusto che lo dica". 

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