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GRIFONERIE Perugia, consigli tedeschi (non richiesti) a Massimiliano Santopadre

Dopo l'amara retrocessione ai playout ecco l'analisi di Claudio Sampaolo, che 'gira' al presidente del Grifo alcuni 'suggerimenti' di Rangnick, artefice del 'miracolo' Lipsia

A Massimiliano Santopadre, ora che il Perugia è retrocesso, hanno detto di tutto. Magari dopo anni di silenzio accondiscendente e quasi complice, ma, come si dice, il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare.

Verrebbe quasi voglia di difenderlo, di dare qualche utile consiglio: sui rapporti (inesistenti) con la città, sulle lacune di comunicazione (ha creato il Museo, bravo bravissimo, ma poi non presenzia mai…), sulla poca conoscenza della storia del Grifo e dei suoi protagonisti, sulle piccole guerre che ogni tanto imbastisce contro chiunque, sull’uso spropositato e iperconfidenziale del “tu” (coi giocatori, coi tifosi, coi giornalisti), sulla graticola che ha sempre messo sotto la panchina dei suoi tanti allenatori. Ma saremmo veramente presuntuosi. E poi, pensandoci bene, siamo sicuri che a Benevento, Crotone e Spezia (o Frosinone) sono tutti adorati dalla gente perché partecipi della vita cittadina? Oppure contano solo i risultati. A prescindere.

Allora i consigli giusti a Santopadre glieli facciamo dare da Ralf Rangnick, estrapolando da una sua lunga intervista alla Gazzetta dello Sport di oggi, 20 agosto 2020.

Ralf Rangnick, a lungo in predicato di venire in Italia per gestire (non solo allenare) il Milan, da almeno 8 anni consegue risultati eclatanti in Germania, e sempre guidando squadre di secondo livello.

Per dire: ha portato il Lipsia dalla Quarta Divisione alla vittoria nella Bundesliga e alla Champions League, dove è uscito in semifinale, con una rosa fortissima, ancorché formata da ben 18 Under 23; ha preso l’Hoffenheim in Terza Serie e l’ha portato a lungo in vetta al campionato e ancora, con lo Shalke 04 ha vinto Coppa e SuperCoppa di Germania. Sempre scoprendo e lanciando giovani talenti, con bilancio economico (plusvalenze) strabiliante. Acquistati giocatori per 120 milioni, rivenduti a 1200.

Che cosa ha detto Rangnick alla Gazzetta?

1) È importante lavorar sui giovani, sviluppare il talento. Loro imparano più in fretta.

2) L’Atalanta ha un terzo del fatturato del Milan ma arriva sempre davanti ed ha uno dei migliori settori giovanili d’Europa. (Apriamo parentesi: con il quale non manda giocatori in prima squadra ma fa plusvalenze clamorose. Vedi Kulusevsky).

3) Se si vuole avere successo una società deve sapere quali sono i suoi valori. Alla Red Bull l’idea di gioco è sempre stata un calcio ad alta velocità, con pressing e contro pressing. In America ora lo chiamano “Ralfball”.

4) Quando ho iniziato a lavorare come manager il mio consiglio per avere successo nel calcio fu quello di puntare su giocatori al primo o secondo contratto da professionista, mai all’ultimo.

5) Mi sono sempre considerato un allenatore-manager, ho sempre cercato i migliori, le personalità più forti, dallo staff ai nutrizionisti, dallo psicologo al video analyst fino al settore scouting.

6) Oggi la soddisfazione è avere 8 dei 18 tecnici della Bundesliga che hanno lavorato con me, più altri quattro che sono all’estero.

Consigli ambiziosi? A noi sembrano costituire una traccia importante da seguire. Non serve fare maxi investimenti, quanto trovare le persone giuste che fanno scouting in giro per l’Italia e il Mondo e soprattutto costruire un team affiatato, senza cambiare tecnico ad ogni folata di vento contrario. Per dire: non abbiamo ancora capito perché fu licenziato Giunti, col quale il Perugia ha giocato il miglior calcio degli ultimi 20 anni.

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