"Io, mamma senza fini politici, dico alla Regione di non tornare indietro su aborto e allo stesso tempo tutelare diritto alla maternità"
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di una mamma che, senza ideologie, spiega il suo punto di vista sull'importanza di tutelare l'interruzione di gravidanza, tramite abordo farmacologico in Day Hospital. Il lettore come sempre giudicherà e formulerà la sua opinione. A Noi il compito di alimentare il dibattito e raccogliere le opinioni di tutti, come sempre.
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di Tullia Isgrò
Qualsivoglia pratica medica deve essere adottata in piena libertà e consapevolezza, in osservanza di ogni precauzione per la conservazione del benessere psicofisico di un essere umano e deve essere applicata senza influenze di credo imposto, sia esso religioso o politico. Partendo da questo principio, ciò su cui si può argomentare , personalmente parlando a nome di tante altre donne che sono estranee al campo della medicina, è come una legge, il cui intento sia rendere fruibile una prestazione medico-sanitaria al maggior numero di persone possibili favorendo un clima di serenetà sociale e di sviluppo concreto, possa essere argomento di discussione di persone che “pensano “ per altri senza avere dati scientifici, rendendo di fatto difficoltoso l'accesso alle cure mediche (perchè di questo stiamo parlando, l’ABORTO è una pratica medica). Gli ormoni somministrati certamente non sono una passeggiata di salute e l’aborto in sè non è certo un’esperienza cui una donna si sottoporrebbe volentieri. L’ analisi deve valutare non solamente il trattamento ormonale che ha i sui effetti negativi sul corpo ma anche come quel trattamento debba essere affrontato per creare meno danni psichici possibili.
Stiamo parlando di una pratica che ha permesso a milioni di donne di salvarsi la vita. La legge 194/78 ha come obbiettivo primario salvaguardare il diritto alla maternità (aprite bene le orecchie si tratta di diritto e nessuno può o deve obbligare una donna a proseguire la gestazione). Senza andare troppo nel tecnico, poichè non è di mia competenza e lo lascio fare ai medici questo lavoro, i metodi di interruzione volontaria di gravidanza indicato dal Who sono due: farmacologico e chirurgico. Nel trattamento farmacologico, in cui è fondamentale individuare e valutare bene le settimane di gestazione , vengono assunti due ormoni : il mifepristone che, agendo sui recettori del progesterone vitali per il mantenimento della gravidanza, causa la cessazione della vitalità dell'embrione, ed il misoprostolo che ne determina l’espulsione.
I due ormoni somministrati sono ormai utilizzati per questo tipo di trattamento da anni e hanno riportato veramente esigui casi di complicazioni o infeziosi, ricordiamoinoltre che la somministrazione avviene seguendo un rigido protocollo e che l’ IVG è sempre una pratica medica. Mi preme sottolineare come essi siano comuque medicinali e per ricorrere alla loro assunzione è necessario che la donna sia consapevole di ciò che le succederà e una società civile dovrebbe favorire l’accesso alle informazioni e l’assenza completa di giudizio. Cara Governatrice Tesei, questo è un appello al buon senso. Non ha fini politici ma semplicemente muovere il Suo pensiero e quello di tutte le persone che con Lei hanno collaborato a queste procedure.
Faccio appello alla sensibilità e all’etica e Le chiedo da donna di rispettare il pensiero di molte donne che vogliono ricorrere all’ IVG. In tutta Italia oltre il 50% dei medici si dichiarano obiettori, il che riduce già in partenza la facilità di accesso alle cure mediche necessarie per l’ IVG. Vorrei oltretutto sottolineare le tempistiche necessarie. Una donna scopre di essere gestante solo alla 4 settimana circa, ha poi altre tre/quattro settimane per decidere come agire. Quindi la prima difficoltà è prendere la decisione, seconda difficoltà trovare un medico non obiettore, terza difficoltà comunicare ai propri familiari la sua decisione. Ma cosa succede se una donna ha una situazione familiare, sociale disagiata e quindi deve ricorrere ad una cura medica senza che nessuno si accorge del suo ricovere? Bene, in day hospital ciò è possibile !!!!! Ma non lo è che essa si assenti per tre giorni. Il tempo in questi casi è veramente una variabile determinante. Ricorrere all'aborto significa che qualcosa prima non ha funzionato come dovrebbe . Ci siamo mai chiesti cosa non ha “funzionato” bene ?
Una gestazione non è nella totalità dei casi frutto di un atto amoroso e, anche qualora lo fosse, magari la stessa donna in quel momento si troverebbe ad affrontare un periodo sfidante a livello di carriera, a livello di accettazione sociale, a livello economico. Chi siamo per poter decidere della vita e delle sorti di un’altra donna? Non stiamo parlando di darci delle risposte ma di porci delle domande sul future della nostra società e come permettere alle donne di essere veramente uguali agli uomini con parità di diritti. Ad oggi sono ancor più fermamente convinta che sia necessario, oltre che doveroso, avere rispetto delle decisioni altrui e permettere a chiunque di poter avere accesso a tutte le prestazioni medico sanitarie di cui si necessita .
È vero che a 4 settimane il cuoricino batte e lo si può sentire; non si tratta solo di un feto ma di un essere vivente che sta crescendo. Ma è in ballo anche il suo futuro. Se la famiglia non avesse risorse sufficienti per garantirgli il futuro sereno? Se la famiglia della donna in qualche modo ostacolasse la coppia o lo facesse la famiglia dell’uomo? E se quella decisione sia frutto di un’accurata e ponderata scelta per cui ci si ritrova a pensare che la coppia non voglia avere un figlio? Non possiamo tornare indietro ora. Non possiamo permettere che un credo politico o religioso influisca sull’evoluzione scienifica e sociale di una regione e ancor peggio di uno stato intero. Siamo nel 2020, l’anno della transizione attraverso le transizioni. Cresciamo. Dimostriamo che la politica e i nostri orientamenti di pensiero non minaccino le libertà individuali di altre persone. Difendiamo i diritti della maternità e la libertà individuale! Firmato una mamma, una donna!