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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Arconi di via della Rupe, l'appello pubblico alla comunità cittadina

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

AI CONSIGLIERI COMUNALI SUL CASO “ARCONI” di Via della Rupe L’Osservatorio Perugino con le molte associazioni e personalità aderenti nonché 1.600 persone firmatarie, fanno appello ai singoli Consiglieri Comunali per invitare ad una ultima definitiva riflessione sul caso. Riflessione basata sulla consapevolezza che chi nel presente e nel futuro vorrà ricostruire le circostanze, i soggetti, le mentalità che hanno agito in questa evidente aggressione ad un primario reperto del patrimonio monumentale perugino e italiano, incontrerà il vostro nome. Abbiamo da tempo segnalato aspetti che probabilmente integrano rilevanza giudiziaria su cui la magistratura farà il suo corso, ora ci preme solo richiamare l’innegabile natura aggressiva e impropria dell’intervento realizzato e in via di ultimazione. Non c’è bisogno di essere esperti di restauro per conoscere concetti come Reversibilità, Compatibilità, Rispetto: ebbene in questa vicenda si è avuto il coraggio perfino di asserire che i soppalchi in cemento armato sarebbero Reversibili poiché si possono togliere in qualsiasi momento; argomento in sé inconsistente poiché se è Reversibile una struttura in cemento armato non si capisce cosa potrebbe mai non esserlo; qualsiasi edificio a questo punto, anche lo stesso Palazzo dei Priori o il Colosseo son reversibili, basta smontarli pietra dopo pietra e portarli altrove. E’ una intrinseca innegabile contraddizione, bizantinismo verbale teso a nascondere violazione di concetti che la legge invece bene individua, favoriti dal generale clima di relativismo, soggettivismo, approssimazione, ignoranza di fatto. La legge vigente prescrive per i monumenti nazionali (i beni vincolati, e gli Arconi lo sono al massimo grado) solo possibilità di Restauro, che può consentire aggiunte strutturali solo se dotate di quella caratteristica di Reversibilità. E tale seria Reversibilità in verità non c’è. Inoltre una degradante deformazione dell’opinione pubblica –che fa breccia presso molti esponenti politici ma non culturali- è adusa ad autoassolversi ricorrendo alle categorie del “bello e del brutto” che invece, in quanto soggettive, esulano del tutto da questa vicenda in cui devono valere esclusivamente valutazioni oggettive di Restauro quindi di conservazione e godibilità e, per i casi di aggiunta, di Reversibilità. Insomma: anche un esito “bello” dell’opera (e ci mancherebbe che non lo fosse), non sottrae dalla responsabilità di aver snaturato un monumento. Si pensi, oltre ai soppalchi aggettanti, alla imperdonabile, inaccettabile, incredibile separazione dei voltoni Trecenteschi, in mattoni, dal Murus Duecentesco in arenaria di fondo, una unità spaziale sempre esistita da otto secoli! Una unità spaziale che consente la lettura della singolarissima genesi storico-strutturale del Sopramuro, ma che ora non sarà più. Come si può parlare di Rispetto (dovuto per legge) per le antiche strutture e loro significato e spirito, con tale raccapricciante separazione? Separazione che nessuna “finestra” operata da ultimo sul nuovo doppio tramezzo di fondo potrà lenire; separazione tesa a costruire indispensabili magazzini e cessi! Chi andrà al cesso potrà meglio godere del Murus Duecentesco! Il vero spirito di Rispetto quando si accorge che la nuova destinazione d’suo (una biblioteca in questo caso) impone snaturamenti tanto gravi, subito fa un passo indietro e ne cerca una più appropriata. Richiamiamo che altre false verità sono state ripetute in questi mesi, per esempio che alternativa all’attuale aggressione sarebbe solo il degrado cui gli Arconi soggiacquero per anni. In verità gli Arconi furono “stamponati” e restaurati fin dal 2000/2003, in vista dello sbarco della rampa di scale mobili provenienti dal Minimetrò. Grazie a quei lavori gli Arconi non furono più luogo di degrado bensì fino ad oggi (ovvero per gli ultimi 15 anni) hanno fatto bella figura di se, sia pure non utilizzati, vedibili di sguincio in tutta la loro solenne longitudine per chi getta lo sguardo salendo le scale mobili. Si pensi alla barbara demolizione in breccia di porzioni di muri perimetrali del Palazzo del Capitano del Popolo per “passaggi più agevoli” (!); demolizioni che frequentemente comportano incriminazione di danneggiamento del patrimonio artistico della Nazione. Uno scatto di dignità culturale e civile vi chiedono le associazioni e i cittadini che in 1.600 hanno firmato la petizione promossa dall’Osservatorio; vi figurano personalità nazionali e locali che vi saranno grate di vostre azioni resipiscenti in consiglio comunale, mozioni, ordini del giorno, fiducia, quant’altro. Una gloria perugina iniziata otto secoli fa, sviluppatasi e preservatasi fino ad oggi (il Sopramuro, gli Arconi, Piazza Matteotti e i suoi Palazzi), vale più dei rimbrotti di parte e di partito, vale più della pressione meschina di staff tecnici inconsapevoli. Perugia anche se silenziosa e soccombente vi chiama.

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