Giornata contro la violenza sulle donne, il decalogo per riconoscere le situazioni a rischio
L'iniziativa on line dell'Ordine degli Psicologi e una serie di suggerimenti importanti per prevenire le forme di violenza, sapendo leggere i segnali
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita dall’Onu nel 1999, in ricordo delle tre sorelle Mirabal, assassinate il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Dominicana mentre si recavano a trovare i loro mariti, prigionieri politici durante la dittatura di Rafael Leónidas Trujillo. Si parte dall’assunto che la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani.
Come in tutto il mondo, anche in Italia e a Perugia si svolgeranno alcuni eventi per tenere alta l'attenzione su questo grave problema.
L’ordine degli psicologi dell’Umbria proporrà mercoledì 25 novembre grazie alla rete “violenza di genere” dell’Ordine un evento online (pagina Facebook “Ordine Psicologi Umbria”) a partire dalle ore 15 per «riflettere sulle molteplici modalità con cui si manifesta la violenza, in un’ottica di prevenzione e uscita dalle relazioni violente».
L’obiettivo dell’iniziativa, aperta a tutta la popolazione, è quello di sensibilizzare sul fenomeno e promuovere il diritto alla salute psicologica delle donne. Tra i vari momenti previsti, la proiezione del video “Voci di donne, racconti di violenza”, realizzato da alcune psicologhe del gruppo di lavoro sul tema. Ha curato la produzione Caterina Cutuli, lettrici Flavia Barcherini, Francesca Cortesi, Caterina Cutuli, Francesca Romana Innocenzi, Mara Ronchi, Carola Sorrentino.
La violenza di genere aumentata con il lockdown
«Quest’anno diventa ancora più importante fermarci a riflettere in questa giornata», spiega l’Ordine che rilancia quanto già diffuso dall’Istst. «L’emergenza generata dall’epidemia di Coronavirus ha accresciuto il rischio di violenza sulle donne, poiché molto spesso la violenza avviene dentro la famiglia. Le disposizioni normative in materia di distanziamento sociale introdotte al fine di contenere il contagio si sono rivelate, inoltre, un elemento che ostacola l’accoglienza delle vittime. La lotta alla violenza tuttavia non si è fermata in questo periodo. Il numero 1522 anti violenza e stalking, i centri antiviolenza e le case rifugio sono sempre rimasti attivi, nel rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie previste».
Sarà David Lazzari, presidente regionale e nazionale dell’Ordine, ad aprire l’evento online. Previsti contributi del comitato Pari opportunità dell’Ordine (Marina Brinchi, Pietro Bussotti e Laura Berretta) e la conferenza “Sopravvivere a barbablu-Il percorso di uscita dalla violenza di genere dal punto di vista psicologico, curato da Rosella De Leonibus.
Aumentare la consapevolezza, arma contro la violenza
Secondo la psicologa Maria Luisa Tiberini del centro Co.Me.Te di Perugia, è necessario per gli uomini che praticano la violenza sulle donne aumentare la consapevolezza della propria pericolosità. Questo obiettivo si può raggiungere identificando alcuni segnali premonitori, tra cui:
- pensiero negativo sulla propria partner, vederla come inferiore e disumanizzarla
- violenza verbale
- gelosia e possessivita' ossessive
- irrascibilita' e aggressivita'
- intolleranza
- abuso di alcol
- vittimismo
- forte insicurezza.
- ritenere i figli una proprietà e uno strumento di ricatto.
È possibile affrontare tutto ciò chiedendo aiuto per sè con l'obiettivo di arginare le proprie angosce e la propria aggressività.
Cosa possono fare le donne
Per prevenire comportamenti pericolosi ed evitare situazioni a rischio, ecco un decalogo stilato dal centro Co.Me.Te. con i dieci "NO" da tenere in considerazione:
1 - Un "no" secco: fermezza, prima di tutto. Saper dire “no” spesso non è facile, ma è necessario.
2 - No alla gelosia.
3 - No al controllo. Mai rinunciare alla propria autonomia e libertà.
4 - No all'isolamento: spesso il partner pericoloso cerca di isolarci forzatamente da famiglia e amici.
5 - No all'eccessivo risparmio: saper gestire l'economia domestica è importante, ma il controllo ossessivo delle spese diventa un pericolo
6 - No alle accuse continue.
7 - No alla derisione senza motivo.
8 - No alle provocazioni: mai cedere al gioco.
9 - No allo stalking: i comportamenti persecutori.
10 - No alle minacce: le intimidazioni verbali.
Da dove nasce la violenza
È scientificamente provato: il comportamento violento ha origini traumatiche. Chi nella sua infanzia ha ricevuto violenza o ha assistito a scene violente o è stato oggetto di incuria, è soggetto a riproporre certi comportamenti anche in modo inconsapevole. Secondo F. De Zulueta in "Dal dolore alla violenza, le origini traumatiche dell’aggressività" certi ricordi traumatici agiscono anche se spesso non si ricordano o si ritengono superati perché in determinate circostanze ambientali manifestano a distanza di tempo il proprio potere distruttivo.
Il comportamento violento è comunque sempre una responsabilità della persona che lo attua, ciò significa che se qualcuno riconosce di aver subito ciò cui descritto prima, è importante che chieda aiuto.