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Genitori violenti e affido condiviso: le soluzioni ci sono, ecco quali

L’avvocato familiarista Valentina Ruggiero affronta il delicato tema dell’affidamento congiunto, quando uno dei due genitori perpetra violenza fisica e/o verbale sull’ex partner

Purtroppo i casi di cronaca sulle violenze fisiche e/o verbali pepetrate da un genitore su un minore sono sempre più frequenti. In linea generale, mantenere una continuità del rapporto genitore-figli è sempre tra le priorità del giudice che regolamenta la separazione dei genitori. Per questo motivo, salvo in situazioni che rappresentino una minaccia per i minori, si tende a prediligere l’affidamento congiunto. Ma come comportarsi nel caso in cui uno dei due genitori perpetri atti di violenza fisica e/o verbale?

“Nella materia familiare - spiega l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia -, se un genitore che ha manifestato violenza o atteggiamenti aggressivi costanti e ripetuti in famiglia nei confronti solo dell’altro coniuge, non viene considerato genitore inidoneo a frequentare liberamente i figli minori, anche senza supervisione. Io, però, ho dei seri dubbi in merito. Innanzitutto, quando un genitore viene accusato dall’altro di questi atti, tutto deve essere approfondito immediatamente e celermente, per tutelare non solo l’ex partner, ma anche i figli. Questo vuol dire che non possono essere ammesse consulenze che durano mesi, ma c’è bisogno di una visita clinica seria, approfondita e messa a disposizione celermente da una struttura pubblica (ma già in tale settore vi sono problemi di celerità e disfunzioni!). Dopo tale accertamento, il Magistrato in forma provvisoria e esecutiva deve immediatamente proteggere il minore e disporre una visita protetta, che può essere stabilita anche in presenza di un congiunto, per permettere al minore di non interrompere i rapporti genitore/figlio, interruzione che crea sempre disfunzioni, nell’attesa di cure del genitore violento”.

Ancora una volta, purtroppo, la lentezza della nostra burocrazia, che si tratti di tribunali o dell’avvio di controlli clinici, rappresenta un danno per i cittadini. Interrompere il rapporto tra figli minori e uno dei genitori comporta sempre un danno psicologico, e un grande dolore emotivo per i minori. Ma se questo rapporto costituisse una minaccia al loro equilibrio e alla loro integrità psichica e fisica?

“I rimedi per tutelare il minore esistono e ci si deve impegnare su due aspetti: accertare i fatti con maggior celerità, magari con la presenza di operatori psicologici /clinici all’interno dei tribunali; ed emanare provvedimenti immediati e tutelanti con rispetto dei rapporti genitori/figli, ma nella tutela massima dei minori. A mio parere, è inammissibile il verificarsi di casi di infanticidio da parte di genitori violenti che non sono stati fermati tempestivamente. I rimedi ci sono, applichiamoli. Gli uffici preposti devono organizzare una strategia e hanno ruoli fondamentali per evitare tragedie familiari. Noi avvocati familiaristi siamo a disposizione per consigli e rimedi necessari, poiché negli anni abbiamo visto molte vicende simili e conosciamo bene le dinamiche familiari. Non bisogna avere timore da parte degli uffici preposti di non eseguire l’affido condiviso, perché la massima priorità è sempre e comunque la tutela del minore” conclude l’avvocato Ruggiero.  

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