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Come cambia il galateo ai tempi del Covid: le nuove regole della socialità

Come chiedere alle persone che non indossano la mascherina di farlo, senza entrare in polemica; come contraccambiare un gesto di affetto "a distanza"

Sebbene oramai la mascherina sia diventata un accessorio indispensabile per varcare la soglia di casa, quasi una seconda pelle per noi, ci sono alcuni che proprio non si rassegnano a questo fondamentale presidio anti contagio. Per questo, li vedi indossarla con il naso di fuori, tenerla sotto il viso a mo' di scaldacollo, oppure al polso, come fosse un bracciale all'ultima moda. Oppure, lasciata penzolare da un orecchio. Allo stesso modo, tanti sono i dubbi di chi, intenzionato a far notare l'errore, non sa come approcciarsi per evitare di scatenare una ploemica o quanto meno una mala risposta. Ecco allora che, per barcamenarsi nell'ambiguità di tanti altri potenziali litigi offerti dalla nuova socialità post Covid, è bene ragionare su un nuovo galateo. 

Come invitare qualcuno ad indossare la mascherina

Situazione tipica, siamo in fila al supermercato, accanto a noi un cliente tiene la mascherina abbassata. Come richiedere cortesemente di indossarla in modo corretto, senza con ciò scatenare un conflitto? "Anzitutto - spiega Samuele Briatore, presidente dell'Accademia Italiana di Galateo - dobbiamo partire dal presupposto che l'uso della mascherina non è dettato da questioni di un'eventuale fiducia riposta nel prossimo, ma dalla legge. E la legge, in quanto tale, va rispettata". Ecco perché è indispensabile intervenire, lo dice anche chi di buone maniere se ne intende: "L'approccio della comunicazione gentile prevede di essere delicati ma decisi al tempo stesso".

"Il trucco - spiega - è non entrare in polemica, dunque evitare tutta la retorica del perché la mascherina usata. È proprio la lezioncina, infatti, a creare il contrasto. La strada corretta è riportare il proprio malessere, far capire che non abbiamo piacere a trovarci in una determinata situazione. E quindi non dobbiamo dire 'metti la mascherina perché bisogna farlo', o 'sarebbe meglio che tu mettessi la mascherina', ma 'per piacere, potresti mettere la mascherina? Mi sento a disagio'. Nel momento in cui riportiamo uno stato d'animo, infatti, l'altra persona non può risponderci 'non devi stare a disagio, non puoi provare quell'emozione". 

In caso di adolescenti ribelli

Allo stesso modo l'approccio da usare con gli adolescenti, nel pieno dell'età della ribellione anche in un momento storico in cui è fondamentale invece l'autodisciplina. Se sull'autobus salgono un gruppo di ragazzi scalmanati "Andare noi stessi a dirgli di indossare la mascherina può suscitare l'effetto opposto - prosegue Briatore - Entrare in conflitto come se fossimo noi i vigili, è sempre sbagliato. Il consiglio, dunque, è quello di riportare tutto ad una figura autorizzata, come può essere un controllore. Fermo restando che ci sono dimensioni più particolari di altre, come la metro o il treno, in cui la vicinanza è d'obbligo e indossare la mascherina per quattro ore di viaggio è oggettivamente faticoso". 

Quando abbandonare il ristorante non è maleducazione

La situazione può farsi davvero imbarazzante quando ci ritroviamo a notare noi stessi il mancato rispetto delle regole da parte di gestori di locali pubblici. Pensiamo a un ristoratore che, in barba alla legge, non abbia distanziato abbastanza i tavoli o che abbassi la mascherina per prendere l'ordinazione. "Qui la questione diventa più delicata - ammette Briatore - Evitare di sederci, in questo caso, non è più un gesto di maleducazione, ma di prevenzione. Ce ne stiamo andando non per capriccio, né per via del nostro umore, ma perché una situazione del genere mette a rischio la nostra salute e, al tempo stesso, manca di rispetto a tutti quei proprietari di locali che invece hanno adottato le misure di distanziamento espondendosi a doverosi sacrifici". 

Come schivare abbracci e strette di mano (senza risultare scortesi)

Altre situazione tipicamente antipatica si crea quando rivediamo amici e parenti dopo tanto tempo e non ce la sentiamo di ricambiare i loro slanci d'affetto, i loro abbracci. Oppure quando un collega ci porge la mano in segno di cordiale saluto. C'è chi, infatti, tende a fare uno strappo alla regola preso dell'entusiasmo del rincontrarsi. "Certo, non contraccambiare può apparire un gesto di scortesia, ma la soluzione può essere quella di portare la nostra mano al cuore e porgere un sorriso come gesto di vicinanza. È un buon modo di passare oltre. Anche in questo caso, poi, è sbagliato ricorrere alla spiegazione del nostro comportamento e dire frasi del tipo 'Ma come, non sai che è inopportuno darsi la mano?'. È ovvio che il nostro amico lo sa, perché tutti abbiamo vissuto la pandemia e visto i tg, ma è lui che sceglie consapevolmente di darcela lo stesso".

Le nuove buone maniere, dalle email al campo diplomatico

La rivoluzione sociale causata dal Covid ha contagiato tante altre sfaccettature dell'etichetta. Persino le email. "Mentre prima cominciare una mail con 'Spero proceda tutto bene' aveva un valore di cordialità, adesso risulta funesto. Dunque consiglio di evitare". Da ribaltare anche le considerazioni sull'esclamazione 'Salute!', detta a chi ha appena starnutito. "È un'espressione che solitamente non piace al galateo, perché presuppone che la persona che abbiamo di fronte non abbia salute. Ma oggi, in epoca di pandemia, il motivo per cui è stata bandita torna attualissimo".

Sempre in tema di nuova routine, sta andando delineandosi un vero e proprio dress code da mascherina. "Osserviamo ad esempio come tendiamo ad indossarne tante nere e poche bianche. Il motivo? Il bianco è un colore che associamo all'ambiente medico". 

Spostandoci poi ai 'piani alti', la sfida è quella di reinventare il cerimoniale. "Penso all'immagine del Presidente Mattarella da solo all'Altare della Patria il 25 aprile, o alle conferenze stampa dei politici in diretta su Facebook. Credo che dal punto di vista celebrativo, le buone maniere sono cambiate. Anche per questo stiamo avviando il primo master in Italia incentrato proprio sul nuovo cerimoniale post Covid, per trattare tutte le novità nate in tempo di emergenza". Per capire di che portata sia il cambiamento di linguaggi, ci basterà pensare ad un simbolo come la stretta di mano tra leader, che prima aveva valore legale e che adesso è letteralmente bandita. 

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