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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Città di Castello, sindacati: ''Situazione socio-sanitaria difficile, sbagliata la scelta della Regione sulla Casa di comunità''

Nuove iniziative di Cgil, Cisl e Uil

Si è svolto nei giorni scorsi nella sala della giunta comunale di Città di Castello un incontro tra l’assessora ai servizi sociali del Comune, Benedetta Calagreti, la direttrice del distretto Alto Tevere della Usl Umbria 1, Daniela Felicioni, e Cgil Cisl Uil territoriali, rappresentate da Fabrizio Fratini, Antonello Paccavia e Sandro Belletti, insieme alle strutture del sindacato pensionati presenti con Maurizio Maurizi (Spi Cgil) e Bruno Allegria (Uilp Uil), per fare il punto sulla situazione socio sanitaria.


In particolare, dopo l'esame sulla ''nuova'' fase della pandemia e sulle necessarie iniziative da mettere in campo in relazione ai nuovi preannunciati provvedimenti sulle vaccinazioni, i sindacati hanno ribadito la necessità di privilegiare e mettere sempre di più al centro dell’azione i soggetti più deboli e fragili, colpiti dalla pandemia sia sul versante sanitario che in quello economico.


Da questo punto di vista non è una buona notizia la riduzione dei fondi del Prina (Piano regionale integrato per la non autosufficienza) stimata del 5% per il territorio dell’Alto Tevere. Taglio che mette ulteriormente in difficoltà le famiglie (già duramente colpite dalla crisi economica), in presenza anche di un allungamento delle liste di attesa per l’accesso alle Rsa, tanto che nel complesso gli anziani assistiti sono diminuiti.
La carenza delle risorse disponibili, le rette sempre più onerose, spesso rendono vano lo straordinario impegno delle operatrici e degli operatori, considerando anche che c’è sempre più bisogno di assistenza domiciliare integrata.


"Le scelte regionali a nostro avviso scaricano problemi e difficoltà agli enti locali e ai distretti territoriali - osservano Fratini, Paccavia e Belletti - ma nonostante ciò, grazie ad un innovativo accordo tra Comune, sindacati e Confindustria, un parziale risultato è stato ottenuto con la messa a punto degli spazi chiusi da tempo per inagibilità (esempio in via Vasari)".


Al contrario, i sindacati ritengono sbagliata la decisione della Regione di prevedere la costituzione della Casa di comunità di Città di Castello presso l’attuale sede del distretto (seppure con nuovi spazi), perché difficilmente - dicono - questa soluzione potrà essere funzionale oltre a disperdere il patrimonio del vecchio ospedale ("non basta un’alchimia contabile spostando una voce economica dalla sanità al patrimonio…”).
"Oltre 3000 cittadini hanno firmato e sottoscritto la petizione promossa dalle confederazioni e dal sindacato dei pensionati - ricordano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil - firme consegnate al Presidente del Consiglio Regionale. Firme che però, a quanto pare, non interessano ai decisori politici regionali. La commissione consiliare preposta non si è pronunciata e il piano sanitario regionale non ha tenuto conto della volontà espressa dei cittadini. Non ci fermeremo di fronte a questi vuoti politici".


A breve Cgil, Cisl e Uil dell’Alto Tevere lanceranno una serie di iniziative, invitando tutti i soggetti istituzionali e politici, così come le associazioni, “perché - concludono - in presenza dei nuovi e crescenti bisogni socio-sanitari della popolazione, la nostra proposta è ancora più valida, non solo perché prevede il recupero e la valorizzazione di un “bene pubblico”, ma anche perché funzionale ad allocare i servizi necessari per fare funzionare la casa di comunità”.

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