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LIBERO PENSIERO Una valanga di denaro per… distruggere la Valnerina

Piste ciclabili, non manutenzione. Perché così conviene

Una valanga di denaro per… distruggere la Valnerina. Soldi da drenare con poco o nessun costrutto. Piste ciclabili di dubbia utilità. Interesse politico a non contrastare qualsiasi progetto di pista ciclabile. Purchessia. Questioni di… feeling.

Ci si chiede a cosa serva passare la Tre Valli tipo superstrada. Equivarrebbe a massacrare un patrimonio turistico straordinario che stiamo distruggendo per un flusso stradale passante. Che per lo più correrà in galleria: cioè nascondendo la vista delle bellezze panoramiche.

Un esempio virtuoso è quello della Valvenosta ove, tra Malles e Merano, l’impero Asburgico costruì a fine Ottocento una ferrovia di 60 km per servire i 35.000 abitanti della valle. La struttura sopravvisse fino al 1990 poi forzatamente venne chiusa da Rete Ferroviaria Italiana che propose, e realizzò, la soluzione di sostituire il servizio ferroviario con un bus.

La Provincia di Bolzano decise saggiamente. Per fortuna la provincia di Bolzano la pensò diversamente: ripristinò il servizio ferroviario nel 2015 con un successo inimmaginabile, riuscendo così a vincere anche su chi nella valle voleva la realizzazione di una superstrada.

Ferrovia e pista ciclabile in sinergia. La carta vincente della ferrovia Merano-Malles è stata la realizzazione di un percorso ciclabile che ha quadruplicato i viaggiatori, in quanto il treno fa da skilift ai ciclisti meno allenati.

Perché non fare altrettanto in Valnerina? La Valnerina, a ben vedere, potrebbe optare per la stessa soluzione. Possiede la sua ex ferrovia di 51 km e i suoi abitanti risultano essere circa 25.000.

Meglio della Valvenosta. Però, rispetto alla Valvenosta, la Valnerina gode a breve distanza di territori ben più popolosi con città come Roma, Firenze, Perugia e altre città turistiche di tutto rispetto.

Ferrovia e ciclabile insieme. Per la più bella ferrovia d’Italia (la Spoleto-Norcia) non sarebbe azzardato prevedere esiti di sicuro successo col ripristino della ferrovia e ciclabili, sia pure con modalità articolata, da precisare in sede di progetto preliminare.

Lo spreco della sola pista ciclabile. Viceversa, usare questa bellezza per una banale pista ciclabile (peraltro poco fruibile ai più, per l’eccessiva pendenza del 4,5%) è come bruciare mobili d’epoca per scaldarsi.

Una superstrada che comporterebbe un inevitabile declino. E costruirci una superstrada accanto è assicurare il declino della valle, non il progresso.

Soldi spesi infruttuosamente. Tutti questi finanziamenti a pioggia per appaltare la realizzazione di nuove tratte di pista ciclabile non sono buona cosa. A fronte delle zero risorse per la manutenzione delle esistenti.

Si fa per tutelare interessi… che non sono quelli delle comunità. Le piste ciclabili sono di moda ed economicamente appetibili. Sulla manutenzione si lucra troppo poco.

Una strategia che non costruisce, ma distrugge il futuro di questa valle.

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