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LIBERO PENSIERO. Regione dell'Umbria al Salone del Libro di Torino

Una magra figura. Parola di autrice-lettrice

LIBERO PENSIERO. Regione dell’Umbria al Salone del Libro di Torino. Una magra figura. Parola di autrice-lettrice.

Riceviamo e pubblichiamo delle riflessioni sulle criticità di una presenza alla Kermesse culturale di rango… non immune da critiche di varia natura. Al di là dell’indubbio significato di una tradizione che incrocia egregiamente cultura e socialità.

Scrive la nostra lettrice: “Il primo errore, oltre all'esiguità dello spazio acquistato, è nell’averci voluto per forza creare un miniauditorium da DODICI posti (ridicolo!) riducendo lo stand a un labirinto di cuniculi”.

Aggiunge che pochi si sono fermati al nostro stand. E alcuni di quei pochi lo hanno fatto per trovare semplicemente un momento di riposo in mezzo a un luogo immenso e… povero di sedute.

Commenta la nostra interlocutrice: “Ho trovato insopportabile la scelta di pubblicizzare con un intero pannello esclusivamente il premio letterario "Con cura" dedicato alla memoria di Severino Cesari”.

Perché? “Perché L' Umbria ha numerosi altri premi, tra cui il Sereni, che è riuscito in quattro edizioni a scavalcare i confini regionali e acquisire rinomanza nazionale”.

Hai altri esempi? “Ad esempio ‘Fulgineamente’, dedicato agli autori umbri o residenti in Umbria. C'è anche un premio a Città di Castello, pure di un certo richiamo”.

A livello di cultura “alta”? “Ospitiamo il più importante certamen studentesco di latino d'Italia (e forse del mondo) a Terni, un premio di poesia a Marsciano, Gens Vibia”.

C’è dell’altro? “Anche aver messo la Biblioteca Sandro Penna di San Sisto come ‘decorazione’ non è giusto. Ci sono la Biblioteca Sperelliana a Gubbio, la BCT di Terni che è un esempio architettonico di ben alt(r)a qualità. Insomma: occorreva maggiore equità e uno sguardo a più ampio raggio”.

Concludendo con le riserve? “Insomma, un'istituzione regionale ha degli obblighi, non si può limitare a un premio di nicchia per ragioni che non sto qui a evidenziare”.

Con un’ultima nota polemica, ancora sull’irrilevanza degli spazi… e sugli sprechi. “Voglio evidenziare l'esiguità dello spazio acquistato, rispetto ad altre regioni. L'equazione lineare spazio = costi riporta in ballo i soldi erogati per i megaconcerti sui quali nutro profonde riserve”. E non è la sola.

Risposta anticipata: Sono scelte di collocazione/allocazione delle risorse. Naturalmente esposte a possibili critiche. Lecite, se civilmente esplicitate. Come in questo caso.

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