rotate-mobile
Rubriche

SCHEGGE DI ANTONIO CARLO PONTI | Tutto sommato la felicità / è una piccola cosa

Giuliano Giuman, pittore esimio e famoso scultore del vetro colorato cotto al forno alle altissime temperature, di primo pomeriggio assolato passa a prendermi in macchina e scendiamo bel belli verso Foligno, per deviare alla strada che conduce all’altopiano di Colfiorito. C’è molto verde intorno
e tutto è sereno. Giriamo per l’Abbazia di Sassovivo, luogo che ricorda una ai bei dì nota acqua minerale. Tutto è incantevole, silente, i boschi si alternano con le colline folte di lecci e di querce, rari uccelli se la cantano lieti. L’Abbazia è un labirinto di saliscendi a incastro, contiene pure due piccoli musei su Charles de Foucauld e Carlo Carretto, due mistici vissuti il primo nel deserto del Sahara e il secondo a Colle Pino di Spello.

L’Umbria non è nuova agli eremi e agli anacoreti a cominciar da Francesco d’Assisi. Fondata nel 1070 dai Benedettini, oggi è dei quattro-cinque “Piccoli Fratelli” del beato de Foucauld. Qui l’artista ha allestito, anzi ordinato una meravigliosa esposizione di sue opere, una ventina, non di arte sacra ma di arte spirituale, macchine miste di pigmenti e ferro e vetro spesso e variopinto, in cui i riflessi del sole o delle ombre s’inventano mille giochi magici e misteriosi, dove la creazione si sposa con la tradizione della visualità e le suggestioni oniriche e avveniristiche della postmodernità. 

20220516_204409-4-3I titoli sono emblematici: Silentium, Cielo, Capitello Spirituale, questa opera fra le più sentite non è che una citazione dalle 128 coppie di colonnine lisce e tortili del chiostro, incantevole e celestiale nella semplicità e sobrietà: un angolo di cielo caduto in terra. Sublime la Croce qui riprodotta. Due giorni prima
avevo avuto Vittorio Sgarbi a parlare di un mio libro. E la sera l’avevo trascinato a cena al “Cantinone” - lui, l’assistente Roberta e l’autista
Guido. Subito dopo mangiato in fretta se n’è ripartito non so per dove, nel suo vagabondare frenetico e nel caso mio generoso. L’amicizia nostra
quarantennale è solida. Come l’arte di Giuliano, come i piatti di Enrico e di Guido e di Riccardo. La gioia è fatta di inezie. Come diceva Trilussa? «C’è
un’ape che se posa / su un bottone de rosa: / lo succhia e ne va. / Tutto sommato la felicità / è una piccola cosa».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

SCHEGGE DI ANTONIO CARLO PONTI | Tutto sommato la felicità / è una piccola cosa

PerugiaToday è in caricamento