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SCHEGGE di Antonio Carlo Ponti | Tempo di vivere tempo di morire: tutto qui

Tempo di vivere tempo di morire: tutto qui Quando ogni cosa era lenta e eravamo divinamente ragazzi (Giovanni Comisso: Mio sodalizio con Filippo De Pisis) e poveri e molto felci (Ernest Hemingway: Festa mobile), quando ero adolescente e nuotavo nei fiumi di Bevagna e rubavo per fame frutta dalle piante dei contadini, era in auge un gioco che si chiamava “fuori bosso” e che consisteva, in primavera, nel dover portare in tasca un rametto di bosso (buxus sempervirens), e al richiamo improvviso esibirlo come un green pass ante litteram. C’era la guerra, ben più crudele della pandemia. Se non avevi il bosso con te dovevi subire le penitenze, scegliere tra le opzioni: dire fare baciare lettera testamento, e uno sceglieva baciare, ma femmine non ci stavano e i baci restavano lettera morta. 

Inutile, l’epoca degli amori infantili cantati da Charles Baudelaire. M’è tornato in mente, ’sto gioco d’antan durante la messa in suffragio dell’indimenticabile Arnaldo Picuti (anni 87, che voleva morire con l’eutanasia per quanto era stanco di vivere nella sofferenza, senectus ipsa est morbus), nella chiesa collegiata di San Michele nella nostra Bevagna, al termine della quale apprendemmo che era morto la mattina del giorno prima Silvano Piatti, insegnante, figlio del maestro Piatti e mio parente, anni 94 che guidava la macchina dal paese al cimitero (due chilometri) fino a un mese fa. Al camposanto arrivò anche il fratello Nazario, anni 89, e pensai che i miei nonni morirono entrambi a 56 anni. E durante la messa funebre ascoltai una pagina nella quale si sintetizzava il nostro viaggio esistenziale, la condition humaine a dirla con André Malraux, in un quartetto di concetti, tutto un mondo basico, sistemico, storico, al di là della religione, della dottrina cristiana e cattolica, valido in ogni latitudine e in ogni longitudine, in ogni paradigma filosofico o ideologico.

Termini astratti e nel contempo assoluti, fondanti: la nostra vita si riduce in una sommatoria di pensieri, parole, opere, omissioni. C’è altro?

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