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SCHEGGE di Antonio Carlo Ponti | Mafia e brigate rosse. La mattanza di magistrati 1969-1993


Borsellino, Ciaccio Montalto, Chinnici, Falcone, Liviatino, Morvillo, Saetta Scaglione, Scopelliti, Terranova… una lunga scia di sangue che è ahimè un primato tutto italiano. E seguono decine di giornalisti e poliziotti e carabinieri. Da mafia e brigatisti e rossi. Il terrorismo di destra preferiva le stragi. Una sera, in una cantina sul confine fra Umbria e Toscana, da un magistrato cinquantenne che ha «lit tous les livres» ho ascoltato una conferenza dotta e inebriante sul vino come elemento di civiltà. Stefano Amore, nomen omen, è oggi assistente di studio del giudice della Consulta Giulio Prosperetti, eugubino doc. 

Naturalmente come accade con tutti gli esperti e collezionisti, e coi sommelier, son tutti bevitori assai moderati, altrimenti addio palato e piacere raffinato del bere. Prendo a chiacchierare con Stefano cui do subito del tu – privilegio dell’età e dell’arroganza – e gli getto un «scommetto che hai delle poesie nel cassetto» e Stefano quasi vergognoso ammette (del resto gli italiani non sono un popolo di poeti e di navigatori e di santi?). Chiedo perdonanza. Questa scheggia è passata da un tonno tragico a uno leggero, come si conviene alla vita che è condita di sublime e di infimo, di angelico e di demoniaco. Gatta di Cappella degli Scrovegni e di bombardamenti su Odessa. 

Quella sera Stefano Amore dona con dedica a alcuni di noi una copia di un libro bello e terribile, che leggo nella nottata con commozione e rabbia.Il titolo è “Ritratti del coraggio. Lo Stato italiano e i suoi magistrati” e lo ha assemblato Stefano Amore, diventato subito un amico per noi uditori. Il titolo riprende non a caso quello di John Fitzgerald Kennedy, anch’egli ammazzato, la mattina del 22 novembre 1963, quasi sessant’anni fa, una vita fa. Il libro contiene i ritratti, umani e professionali, dei 28 magistrati, stilati da altrettanti colleghi, con partecipazione e affetto, sicché ne emerge uno spaccato dell’eroismo di cui son capaci i servitori onesti della società civile e pubblica e l’aberrazione di criminali e di killer, di forse deviate al soldo di affarismi o di ideologie malate. 

Tranne uno, l’ultimo, Fernando Ciampi, ucciso da un fallito per vendetta, nel 2015, la mafia da un lato e le brigate rosse dall’altro, hanno per motivi va da sé agli antipodi, creato climi di terrore, fino agli eccidi davvero incommensurabili delle morti, delle stragi di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e di Paolo Borsellino, e degli agenti di scorta: Emanuela Loi, Walter Cosina, Claudio Traina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo.

Anni di piombo come vi furono anni dei rapimenti. Con lo scempio dell’infame delitto Moro. L’Italia non si è fatta mancare niente Le cose sembrano andare in meglio, ma lo sono veramente? Chi lo sa. Chi possiede la sfera di cristallo. O la lampada di Aladino.

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