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Venerdì, 19 Aprile 2024
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SCHEGGE di Antonio Carlo Ponti | Mangiamo violenza e la violenza ci sta divorando. Gli effetti collaterali su di noi

Oh sì, eh sì! Mangiamo violenza e la violenza ci sta divorando. E noi madri e padri, e nonni, e noi società civile, e noi che stiamo per mandare in un Parlamento sordo e grigio fatto da gente ambiziosa e non da noi prescelta, che stiamo facendo? E che faranno gli eletti? Continueranno nel loro blablabla? Prendiamo coscienza – se l’abbiamo tuttora vigile e non appassita come una mammola schiacciata fra le pagine di un libro – che non so che cosa ma che qualcosa dobbiamo intraprendere. Violenza chiama violenza diceva mia nonna sospirando. Chi ha più prudenza la mostri, aggiungeva. Pietà l’è morta! ci dice la canzone di Nuto Revelli. La sola violenza ammessa da Niccolò Machiavelli, uno che s’ intendeva dell’indole dell’umanità, è quella che viene usata per ”racconciare”, per ricucire, per dirimere controversie e conflitti. Sono certo che il Segretario Fiorentino avrebbe condannato il Putin che minaccia e ricatta a destra e a manca. 

Curioso, ha conquistato mediante una guerra di aggressione e di invasione una centrale atomica e gli Ucraìni, le vittime, devono difendersi pure dall’accusa di difendersi un po’ troppo. Putin, dopo la caduta fragorosa dell’Urss, ha trasformato l’economia gestita al centro per cento dallo Stato e dall’alta burocrazia di partito in un’oligarchia di suoi accoliti. Bel colpo Vladimir, il convento è povero ma i frati son satolli. Seguo, o meglio leggiucchio le cronache (non sono io un cronista di provincia?) e ogni giorno siamo investiti da uno tsunami di delitti orribili come le ottanta donne (madri, compagne, mogli, fidanzate, amiche…) che – nel 2022 – sono state ammazzate dai loro padroni (compagni, mariti, fidanzati, amici, corteggiatori…) come agnelli nelle festività
pasquali (rito gastronomico orrendo). Ma io ti amo! Non posso vivere senza di te. 

Tu sei mia! Si è arrivati al figlio che sgozza la madre sua. A una piccola accolita di minorenni che inducono al suicidio un tredicenne per rendere esecutiva la vendetta di una ragazzina lasciata per un'altra ragazzina. La violenza è la retorica del nostro tempo? Sfoggiata come medagliere? Come stendardo? Ci ingozziamo di crudeltà. Ci crogioliamo nello stupro corporale e spirituale. Di massa. Asserviti alla prepotenza. Alla sopraffazione. Ah quanta ragione ha il poeta Gottfried Benn (i poeti ne hanno sempre da dispensare a piene mani e a voce spiegata) quando sancisce perentoriamente, tristemente che la storia non progredisce sulla forza di principi democrati, avanza per mezzo della violenza. Inermi confermiamo.

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