SCHEGGE di Antonio Carlo Ponti | Quando la salute e la sanità sono patetiche ballerine in mutande anziché in tutù
«Così a ridosso?» faccio. E la signora allo sportello dell’Usl di piazzale Europa sobbalza. È visibilmente sofferente, così da medico improvvisatole le dico: «Signora, perché non se ne torna a casa a farsi passare il suo gran mal di testa?». Dice che sì, dopo me se ne andrà. Io al contrario so che ho raccolto le mie due brave prenotazioni: oculistica l’una, un color doppler addominale l’altra, me ne sono andato e ci penserò un po’ su. Soccomberò alle visite private? Aprendo il borsellino già onusto di bollette gonfiate dalla speculazione e dall’operazione militare speciale di quel filibustiere da manicomio di Putin che dice mi difenderò perfino con l’atomica? Ma chi lo minaccia se è lui che invade sua sponte liberi stati e libere genti? Oppure confido nella buona sorte e rinuncio agli esami.
Così a ridosso? domandai alla senza colpe impiegata febbricitante. Perché l’esame oculistico da lei individuato era previsto per il 18 marzo 2023 e il controllo sull’intervento all’aneurisma all’aorta addominale ad agosto sempre 2023. Ma io non me la prendo mica, tanto si muore una volta sola. Però “c’è del marcio in Danimarca“, se un vecchio come me non ottiene prestazioni sanitarie in tempo ragionevole. E l’evasore fiscale, che mi sfila di tasca i miei diritti, può permettersi lo specialista a 200 euro a botta, naturalmente in nero. Il mondo è davvero come diceva Amleto solo «un giardino incolto pieno di erbacce malefiche?». Il mondo per dirla con Dante è solo «l’aiuola che ci fa tanto feroci?».
I due sommi tra i sommi fra i letterati erano solo pessimisti o un barlume di speranza filtra nelle fessure dell’utopia? Vedi un po’ dove si va a finire in una “scheggia” partita dall’emicrania di una inerme operatrice sanitaria e da date di calendario che niente hanno di umano.