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SCHEGGE di Antonio Carlo Ponti | E avremo un Parlamento e un Governo non eletti ma nominati. W la pappa col pomodoro!

Chi sono io per giudicare i candidati? Non sono che un giornalista e poligrafo di provincia che ha scritto curato prefato un duecento volumi di poesia narrativa arte… e redatto due-tremila articoli. Ideato e varato un centinaio di mostre d’arte contemporanea. [Benedetto Croce, incipit del “Breviario di estetica”: «L’arte è ciò che tutti sanno che cosa sia».] Avrei avuto titoli per candidarmi? L’ardua sentenza alle mie lettrici e ai miei lettori. Io dopo questa premessa arrogante e antipatica passo a scrutare dentro la lista dei candidati in Umbria.

A occhio e croce non leggo nomi di personalità sconvolgenti. Mi sembra che alitino in un’aura non di aurea ma se si è generosi argentea mediocritas. Non leggo se non politici votati alla politica e al politichese, o politicanti senza meriti rilevanti; ho l’impressione di una piattezza che mi ricorda la celebre frase di Hegel: «L’assoluto di Schelling è come una notte nera in cui tutte le vacche sono nere». Nessuno spicca, emerge, si stacca come da terra un aereo, l’encefalogramma è piatto. Nessuno si offenda, anche se qualcuno e più degno di altri per chiara fama.ma non sto facendo, non posso, endorsement per alcuno dei candidati e delle candidate a dire la verdad al solito pochine. In Italia non si fa altro che moltiplicare i partiti, che non lo sono come una volta strutturati e autorevoli. Ed è un proliferare ferale di proposte, progetti, promesse, parole partole parole cantava Mina. Bla bla bla s’incazza Greta.

Ma poi mio nipote Vito mi legge la “Proposizione 67” dall’ “Etica” di Baruch Spinoza e tutto lo scoramento dilegua come lacrime nella pioggia: «L’uomo libero a nessuna cosa pensa meno che alla morte; e la sua sapienza è una meditazione non della morte, ma della vita». Che forza ’sti filosofi, vero? Vien voglia di metterseli a studiare, ma io non ho più tempo, me lo sono mangiato scrivendo e vivendo. Ma queste pillole filosofiche, segnatemele da Gianluca Prosperi, ve le do gratis, gente mia, citandole alla buona. Martin Heidegger dice che l’esistenza autentica non può che essere dalla parte della morte, l’esistenza banale si fonda sul distrarsi ludico. Blaise Pascal è in sintonia: gli umani per non pensare alla morte pensano soltanto al piacere materiale. I candidati, salvo pochi eletti di spirito, pensano a essere eletti per realizzare il sé più che il nostro. Ma c’è qualcuno capace di accendere almeno una candela?

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