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SCHEGGE di Antonio Carlo Ponti | Ah che bel vivere, che bel morire… dedicato a alla buona morte di Federico “Mario” Carboni

Sempre più sgangherata la disinformacija neo sovietica. Non siamo la terra di san francesco, Dante e Michelangelo, ma di mangiatori di spaghetti. Come dire che la Santa Russia non è la terra di Tolstoj e di Kandinskij ma di succhiatori di borsch. Sempre più delirante e cruenta la guerra sul campo in Ucraìna. Putin il macellaio e il suo esercito di giovani marmittoni e di selvaggi mercenari gladiatori combatte una guerra sporca all’interno di una invasione sporca. Colgono ovunque, specie civili e case. Rubano il grano e il mais, deportano o impongono cittadinanza, senza scrupoli e oltre ogni ordinamento di diritto internazionale. In Italia vive e discetta un vero partito di pacifisti miopi davanti alle desolate immagini di distruzione di massa e agli orrori di esecuzioni sommarie e sordi alle grida di aiuto.

Pacifisti tout court, che rovesciano la storia e i dati della realtà, abitanti di altri mondi, menti arzigogolanti per le quali, da italiani incalliti, il punto più breve fra due punti è l’arabesco (©Ennio Flaiano). Un giornale ne ha elencati un po’ di questi blateranti officianti col cuore a Stalin e col culo al caldo. Non li nomino, mi fanno paura. Un esimio storico dell’antichità, noto scapigliato cultore di esaltazioni staliniste (per lui purghe, gulag, assassinii di poeti, stragi, carestie, fucilazioni, deportazioni, tirannia, non sono che pietre d’inciampo), ha detto sorridendo che Stalin è stato sì un grande criminale ma soprattutto un grande statista. Oplà! E pensare che se i sovietici hanno sbaragliato Hitler lo devono ameno per il 60% agli aiuti dei felloni Usa.

E per il 40% al sangue eroico di 15 milioni non di sovietici ma di Russi. Mentre Draghi va in treno con Macron e Scholz a Kiev a sostenere l’eroe Zelensky, la nostra destrorsa Rosa Luxemburg “de noantri”, Giorgia Meloni, pur di sfoggiare ancora una volta il suo perfetto castigliano, torna ad arringare il popolo di Vox, diretto erede delle garrote franchiste e a dirne una della fucilazione di Federico García Lorca. Soy madre, soy mujer… no a la loby lgbt, sí al derecho a la vida, no al derecho a la muerte… Oplà! Ah che bel vivere, che bel piacere, per un cronista di qualità, di qualitaaa! Poi ci son quelli che menano ai “froci” e non sopportano due ragazze che si moinano, e si fanno paladini strenui del diritto alla vita mentre, lo dico da cattolico balzano, prima – non c’è religione che tenga – viene il diritto a morire quando lo dico io e non quando lo decide il parlamento, covo e sinecura di stenterelli. 

Ha ragione quel vecchio leone del giornalismo da inviato di guerra, che fa di nome Bernardo Valli: il lupo di Mosca non perde il vizio, quello di mandare carri armati nei paesi liberi o in quelli che intendono liberarsi. Budapest 1956, Praga 1968, Afghanistan, Georgia, Siria, Ucraìna. E Altan commenta amaro: «Si accende lo scontro fra bastiancontrari e bastianfavorevoli». Come concludeva “Memorie di Adriano” della somma Marguerite Yourcenar? Ah sì: «…cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti». Come “Mario”. Oplà!
 
 

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