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IL RACCONTO BREVE di Ruggero Luzi | Il Pollaio... c'è del marcio!

C'è del marcio, il pulcino soffoca nel guscio abbandonato dalla gallinella spiritosa che fa le moine al gallo narcisista che con il collo teso e scattoso controlla il pollaio, col becco lungo punzecchia le gallinelle che tra un coccodè e l'altro sgambettano sculettando e zigzagando nel fango merdoso. C'è del marcio, nell’esistenza della contadinella zoppa con i calzini di lana e gli scarponi da uomo che riempie di acqua il recipiente per il becco assetato e sparge il becchime  attorniata dalle gallinelle affamate che la festeggiano  e il gallo invidioso col becco puntuto la colpisce  e lei lo scansa con un calcio nel culo piumoso. La contadinella canta la canzone “ Gallinelle, gallinelle belle, venite dalla contadinella a prendere il premio per l’ovetto e tu gallo impertinente stai alla larga e aspetta il tuo turno”  C'è del marcio,  nella mente putrefatta del pulcino abbandonato dalla gallinella spiritosa che fa le moine al gallo presuntuoso e aspetta la contadinella zoppa con i calzini di lana e gli scarponi da uomo che gli getta il becchime e le canta la canzoncina. Potevo essere gallo se la gallinella spiritosa non avesse abbandonato l'uovo  e la contadinella zoppa si sarebbe presa cura di me uscito dalle crepe smerdate. 

Potevo essere gallo con la cresta rossa come un re e sbattermi le gallinelle una ad una e cantare alla contadinella zoppa “ Sono il re del pollaio, questo il mio harem e tu la serva che mi lustra le piume, trallalà trallalero”. C'è del marcio, in queste mani rinsecchite con le dita ossute, le unghie lunghe e nere per grattare via  le piattole che succhiano linfa deteriorata dalla pelle indurita. C'è del marcio, negli abiti unti di cibo stantio, nella coperta incrostata, nei piedi sporchi e callosi, nello sguardo di disprezzo della gallinella spiritosa quando  mi ha abbandonato  per il gallo sfacciato dicendomi non ti voglio più perché amo lui. La contadinella zoppa se ne frega del pulcino mai nato nell’uovo marcio  e canta la canzoncina mentre  la sua esistenza si consuma nel pollaio accanto al vecchio ubriacone che la percuote col bastone. C'è del marcio, la gallinella spiritosa aspetta il becchime dalla contadinella zoppa che la premia per gli ovetti  frutto del suo ventre svergognato. 

C'è del marcio, disteso sul cartone impregnato di piscio e sudore, nella solitudine di pulcino abbandonato nell’uovo dal quale nemmeno la contadinella zoppa potrà più farmi uscire perché anche lei prigioniera nel pollaio con i calzini di lana e gli scarponi da uomo e il vecchio con il bastone la insegue e le urla  con la voce roca di non cantare. “Gallinelle, gallinelle belle, venite dalla contadinella a prendere il premio per l'ovetto  e tu gallo impertinente stai alla larga e aspetta il tuo turno.” C'è del marcio, nel pollaio dove razzolano galline spiritose che si concedono al gallo narcisista e non sanno che quando saranno incapaci di cacare l’uovo la contadinella cesserà il canto e gli tirerà il collo. C'è del marcio, in questa mia soddisfazione?. Contadinella, cantami la canzoncina, questa notte voglio sognarla, io e lei trasportati dalle onde del mare. C'è del marcio in questa mia richiesta. Il cielo si oscura, le onde si alzano e il mare la porta con sé nell'abisso. C'è della soddisfazione, in questa visione? O del marcio?  Odi, o dio dell'universo, il grido disperato dell'uomo sconsiderato che si è affidato alla donna fattucchiera travestita da contadinella zoppa con i calzini di lana e gli scarponi da uomo, che gli ha predetto con l'urlo disperato il verdetto. Oh, cagna che latra alla luna sbavando sull'erba umida di piscio e sudore del soldato ferito che impreca il suo nemico e perde gli umori senza vergogna. 

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