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LIBERO PENSIERO Recuperare anziché distruggere…

La Spoleto-Norcia, ad esempio (il Piccolo Gottardo umbro), e i cimeli della nostra storia ferroviaria

Recuperare anziché distruggere… la Spoleto-Norcia, ad esempio (il Piccolo Gottardo umbro), e i cimeli della nostra storia ferroviaria.

Da un lato accogliamo con legittimo orgoglio le prestazioni internazionali di nostre aziende creatrici di autentiche gemme ferroviarie. Tra le buone, giunge notizia che la celeberrima Pininfarina progetta alcuni gioielli ferroviari per altre nazioni.

A casa nostra, invece, si distrugge. Anziché mantenere e preservare, con la cura e la devozione dovuta al rispetto della storia.

L’esempio della nostra Spoleto-Norcia ne costituisce l’emblema. C’è chi sostiene, argomentatamente, che – nonostante tutto – ci sarebbe ancora la possibilità di ripristinarla.

Va nel senso della finta tutela l’uso di questo tracciato ferroviario per una pista ciclabile. Insomma: invece di realizzare la ciclabile sulla strada esistente di Caprareccia, si va ad utilizzare il tracciato ferroviario. Che sia un progresso resta tutto da dimostrare. Certo è che – spirito pseudo-ecologista a parte – ci pare che di tale scelta ci sia poco da vantarsi. Ci si propone come portatori di visioni a larga ampiezza di orizzonte, quando le stesse possono motivatamente apparire di angolatura piuttosto ristretta e di caratura solo apparentemente progressista.

Qualcosa di simile accadrà – a nostro modesto avviso – con la stazione MedioEtruria che viene asseritamente proposta come essenziale per agganciare l’Umbria all’alta velocità. Quando, viceversa, distrugge l’assetto ferroviario della Regione per il suo non prevedere (e pretendere) il transito dei convogli ad alta velocità nel cuore della nostra Regione. Si tratta di un colossale business in cui ciascuno potrà attingere a generosi finanziamenti. Della cui utilità sia permesso dissentire.

Si tratta di punti di vista, s’intende. Ma sia concesso esprimere giudizi “non allineati”. Con un occhio anche al passato da tutelare. Oltre che al futuro con effetti speciali. Che, appunto, possono essere visti solo come “effetti”. Che poco hanno di speciale. E, forse, molto di esiziale.

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