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Storie dell'alluvione - L'intervento: "Prevenzione significa intervenire 'prima' che il problema si generi"

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sul maltempo che ha funestato l'Alta Umbria e provocato vittime nelle vicine Marche. Una riflessione sulla prevenzione e sulla cultura della tutela del territorio che, di fronte ai tragici fatti, appaiono sempre lontane dalla politica e dalle amministrazioni.

"I tragici fatti avvenuti in queste ore, richiamano la necessità di un drastico cambio di paradigma rispetto all’idea di prevenzione che non è, e non può essere, solo quella impedire che si verifichino disastri.

Così come per la salute, anche per il territorio prevenzione (primaria) significa intervenire “prima” che il problema si generi, sulle cause complessive. Cause che, nello specifico, sono inevitabilmente collegate ai limiti della pianificazione territoriale e urbanistica. Entrambe, infatti, tengono poco conto della rischiosità di territorio e città per come si sono determinati storicamente, e per come si determinano quotidianamente.

I processi che le contraddistinguono sono lenti, ingessati da norme spesso più formali che sostanziali, interessati da forme speculative di vario genere, incomprensibili per i cittadini. Questi ultimi sono invece la risorsa di conoscenza diretta e aggiornata del territorio più preziosa disponibile, e come tale dovrebbero essere resi parte attiva di tali processi. Sia per il rispetto di principi democratici, sia per una corretta prevenzione dei rischi. Ma il territorio è un fatto altamente complesso, e richiede quindi un’attenzione estesa a tutti i diversi fattori di rischio e impatto, non solo ad alcuni e non solo nell’immediatezza del loro accadere.

Se l’attenzione è concentrata solo su alcuni di questi, quelli di più immediata e diretta percezione, ve ne sono molti altri che, se trascurati, non consentiranno adeguata e duratura soluzione dei primi. Affrontare il territorio per quello che è oggi, non per come lo si è rappresentato sulla carta ieri, un bene comune ad altissima complessità e coacervo di una moltitudine di interessi confliggenti, richiede quindi consapevolezza e partecipazione estesa a tutti i portatori di interesse. Non solo ad alcuni.

Consapevolezza e partecipazione che richiedono strumenti non meramente formali, oggi inefficaci o indisponibili, e percorsi di educazione alla conoscenza di territorio e città (a partire dalla scuola di base) affinché la loro tutela sia patrimonio di tutti. Senza la conoscenza e senza la partecipazione dei cittadini, i problemi del territorio (nessuno escluso stante la relativa interazione sistemica) vedranno la loro (ipotetica e sempre rinviata) soluzione solo nelle mani di chi il territorio lo “governa”.

Che non si è però fin qui dimostrato in grado di trovare soluzioni che, come spesso accade, possono confliggere con interessi di ordine superiore, pubblici o privati, rispetto a quelli dei beni comuni collettivi".

Architetto Francesco Masciarelli

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