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LIBERO PENSIERO. Poderose superstrade. Micragnose ferrovie

La carta geografica non mente. E le soluzioni sono a portata di mano

Osservando la situazione di un'area che comprende le province di Perugia, Ancona, Pesaro, Macerata, Arezzo, Siena e Grosseto,  diffusa sui mass media dalla politica locale, si rileva la poderosa/ponderosa  rete superstradale che converge su un paesino del comune di Cortona,  in Valdichiana.

In questo loco, secondo un orientamento non condivisibile, dovrebbe sorgere la MedioEtruria.

Un vero fallimento, malgrado se ne annunci la possibile realizzazione con toni trionfalistici, francamente risibili.

Sarebbe – dicono –  essenziale per agganciare l'Umbria all'alta velocità. Ignorando o sottovalutando altre più ragionevoli proposte.

I limiti di questo schema produrranno un esiziale abbandono del sistema ferroviario in questa parte d'Italia dove l'Umbria,  per intero, è coinvolta.

Ci mancano i numeri. Il fatto è che il sistema ferroviario umbro,  se non alimentato dalle regioni limitrofe, non ha i numeri. Insomma, per raggiungere la capitale, il capoluogo toscano e quello marchigiano, l’Umbria da sola non potrà giustificare nessun treno, in ragione della bassa densità di popolazione. E, conseguentemente, di utenza.

Un sistema antico e inadeguato. Oltre ai numeri e ai conti che non tornano, va ricordato che l’Umbria dispone di un sistema ferroviario anacronistico, abbandonato da tempo, privo di un adeguato potenziamento, che lo rende automaticamente fuori competizione rispetto al sistema su gomma.

Per esempio non regge, rispetto ad un sistema di esercizio su gomma, nemmeno sulla traiettoria più popolosa della regione: Terni-Spoleto-Foligno-Assisi-Perugia (circa 500.000 abitanti).  Figurarsi sulle altre traiettorie ferroviarie umbre!

Quale la soluzione. Per arginare il crollo del sistema ferroviario regionale, alcuni propongono il passaggio di alcuni Frecciarossa nazionali sulla dorsale umbra, tuttora interconnessa con l'alta velocità.

Ma si continua a privilegiare il bus (costoso e inquinante).  Stranamente (ma forse una ragione dovrà pur esserci!). Sebbene sfugga perfino agli osservatori più attenti.

“Lorsignori” (come dicevano il giornalista Fortebraccio e il grande poeta Giorgio Caproni), ossia coloro che stanno al comando, preferiscono, per noi umbri, l'uso dei bus che colleghino con un terminal toscano. Con la conseguenza poco allettante di un crollo definitivo del nostro assetto ferroviario.

Eppure siamo in grado di realizzare il miglior sistema plurimodale del Centro Italia. Tramite il potenziamento delle ferrovie e il collegamento con l'aeroporto internazionale dell'Umbria. Ma si decide altrimenti. Chissà perché!

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