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Martedì, 16 Aprile 2024
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LIBERO PENSIERO Fontivegge, unica soluzione: demolire lo steccone e rifarlo ex novo

Il parere “senza appello” di Michele Chiuini. Si conclude oggi la riflessione dell’architetto sul tema Fontivegge

Unica soluzione: demolire lo steccone e rifare ex novo. Il parere “senza appello” di Michele Chiuini. Si conclude oggi la riflessione dell’architetto sul tema Fontivegge.

DISFARE PER RIFARE la zona “più bella e più superba… che pria!” (Petrolini dixit).

Concludendo, su piazza del Bacio è possibile mettere una pezza?

“Certamente, caro Sandro, sarà impossibile eliminare completamente alcune delle problematiche esposte nella nostra lunga chiacchierata. Ma qualcosa si può fare”.

Ci sono dei precedenti storici perugini di progettazione ed esecuzione proficua?

“Quando, nel decennio 1860-1870, si trattò di ricostruire quel pezzo di Perugia dove sorgeva la Rocca Paolina, si trovarono le risorse tra pubblico e privato. Nell’arco di dieci anni le due piazze, oggi piazza Italia e giardini Carducci, erano completate con gli edifici al loro contorno”.

Bene allora, malissimo oggi?

“Oggi sono passati oltre cinquant’anni da quando fu concepita l’opportunità di trasformare Fontivegge, da zona industriale, qual era diventata all’inizio del XX secolo, in un polo direzionale come controparte moderna del centro storico”.

Ma dopo mezzo secolo non si è ancora trovata la quadra?

“Ancora non si vede dove e come andrà a finire, se mai ci sarà una fine”.

Cosa serve, a tuo parere?

“Certo è che oggi serve un progetto drastico e radicale. Bisognerebbe avere il coraggio di demolire almeno la stecca residenziale e ricostruirla in altra forma”.

Demolire è una parola grossa. Dici, insomma, di far tabula rasa?

“Ci sono precedenti illustri di demolizioni: il complesso residenziale Pruitt Igoe di Minoru Yamasaki a Saint Louis, USA; il Southgate Estate di James Stirling a Runcorn, Inghilterra; il Nakagin Capsule Building di Kisho Kurokawa a Tokyo. Per non parlare dei complessi residenziali famosi, ma problematici, a casa nostra”.

Demolire, per fare cosa?

“La nuova stecca residenziale dovrebbe avere degli spazi commerciali affacciati su via Mario Angeloni, magari un CVA al posto del previsto teatro; oppure potrebbe essere un albergo con sala congressi a completamento dell’intero isolato”

Basterebbe questo a fornire identità?

“Fontivegge è sempre stata una zona grigia, senza un’identità e priva di un assetto architettonico coerente, psicologicamente svincolato dal centro storico, fin da quando fu costruita la stazione, nel 1866”.

Non è servito a niente il Minimetro?

“Il Minimetrò ha fornito una componente positiva e importante che si innesta però in una realtà di degrado.

Dunque, che fare?

“Urge, adesso, redigere un nuovo piano urbanistico che ridisegni tutto il quartiere cogliendo le opportunità ancora rimaste. Prima che sia troppo tardi. Anzi: è già tardi”. [fine]

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