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LIBERO PENSIERO Fontivegge, errata anche la distribuzione degli spazi

Terzo step degli errori-orrori secondo l’impietosa analisi dell’architetto Michele Chiuini

Errata distribuzione degli spazi. Terzo step degli errori-orrori di Fontivegge secondo l’impietosa analisi dell’architetto Michele Chiuini.

Parliamo adesso, caro Michele, dell’errore circa ‘l’incompiuta’ di Fontivegge relativamente alla distribuzione degli spazi.

“Piazza del Bacio non è l’unica di Fontivegge, ma si collega anzi ad una piazza importante quanto incompiuta quale è la piazza della stazione (Piazza Vittorio Veneto, anche se pochi usano questo nome)”.

Ma il collegamento è garantito dalla scalinata!

“Come il complesso rossiano ignora via Angeloni, così ignora questa piazza. Perché non basta fare una scala di collegamento, se non si risolve prima il progetto dello spazio a cui ci si collega. Quello dovrebbe essere il punto di partenza. Come è possibile fare una cosa giusta, se non si capisce il punto di partenza? Si è persa qui una grande opportunità”.

Eppure l’affaccio è proprio sulla stazione ferroviaria, (s)nodo di incontro e di dialogo tra le persone.

“È vero. Il complesso si affaccia alla stazione ferroviaria con un bus terminal e l’uscita (banalissima e nascosta) di un supermercato. Sull’angolo di Via Angeloni adiacente all’uscita dei bus c’è la rampa di un parcheggio interrato. L’angolo di una piazza è la parte più delicata visivamente, ma anche più appetibile commercialmente in una sequenza di piazze”.

Puoi citare, di converso, esempi positivi di piazze italiane?

“Ci sono molti esempi di piazze italiane che sono sequenze ben coordinate di spazi: piazza San Marco con la piazzetta, piazza del Popolo a Todi, piazza San Francesco ad Assisi. Ognuna ha una forma definita, con edifici forti agli angoli dove si passa da uno spazio all’altro (ad es. a San Marco c’è il campanile e la loggetta del Sansovino, a Assisi la Basilica con tutta la sua mole)”.

A Fontivegge si è dunque sbagliata impostazione?

“A Fontivegge si è sprecata un’opportunità per dare forma e sostenibilità sociale-commerciale ad una piazza importante, che rappresenta la prima esperienza di Perugia per chi arriva in treno, quindi la prima impressione che si riceve della città”.

Cosa dici della conurbazione relativa. Sbagliata anche quella?

“Occasione sprecata anche nell’urbanizzazione dell’intorno, dove l’insediamento di edifici pubblici (INPS e Agenzia delle entrate) poteva essere l’occasione per creare un quartiere direzionale moderno, con vie larghe, spazi verdi, architettura di buon livello”.

E invece?

“Invece si è scaduti nella mediocrità architettonica e nella sciatteria urbanistica, con edifici senza relazione con il luogo (vedi via Canali) Questo non è ovviamente imputabile a Rossi, ma nessuno ha saputo affrontare adeguatamente la situazione negli ultimi quarant’anni”.

[prossima puntata sull’architettura]

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