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L'Indiscreto di Maurizio Ronconi

Elezioni, il ciclone Bandecchi rischia di spazzare via centrodestra e Pd. Da Terni un nuovo modello?


La prima puntata delle elezioni amministrative è andata. Verrebbe da dire, nulla di nuovo. Invece non è stato così. Corciano riconferma la prevalenza del Pd e della sinistra, ad Umbertide, ex fortino della sinistra si andrà al ballottaggio che al di là delle apparenze sarà dall’esito incerto, a Trevi per la prima volta vince il centro destra, Monte Santa Maria Tiberina e Passignano confermano le amministrazioni di sinistra. La destra si riconferma a Cannara. Emblematica invece la vicenda elettorale di Terni, per altro la città capoluogo di provincia, la seconda dell’Umbria e test rappresentativo almeno delle tendenze e degli umori degli umbri.

Ancora una volta, ed oramai è una abitudine, i rapporti di forza tra partiti vengono sconvolti. La Lega, solo quattro anni fa vero dominus partitico dell’Umbra con l’elezione della Presidente della Giunta regionale, Consiglieri regionali, di non pochi sindaci, si ritrova oggi con la consistenza di un partitucolo con pochi voti e, per forza di cose, mettendo a rischio la riconferma della guida della Regione. Dal 29% raccolto nelle amministrative del 2018, con l’elezione di un sindaco di riferimento, oggi a Terni si ritrova senza sindaco, probabilmente scaricato con troppa fretta e disinvoltura e soprattutto con un assai misero 4% di consensi che potrebbe perfino non bastare ad eleggere lo straccio di un consigliere comunale. Proprio il caso dalle stelle alle stalle. Forza Italia continua nell’inesorabile declino rallentato solo dall’attivismo dei suoi candidati forti di consensi personali, FdL cresce, molto, ma non sfonda e rimane quasi appaiata ad un Pd che di certo non raggiunge i fasti di un tempo ma che mostra uno zoccolo duro. Magra soddisfazione con un candidato arrivato solo terzo e dunque fuori dal ballottaggio. Il Movimento 5 Stelle che a Terni riscosse forti consensi scivola come la Lega nella quasi irrilevanza politica.

Ma la vera novità a Terni viene dalla corsa dei candidati sindaci. Il super favorito candidato del centro destra va al ballottaggio ma anche con una importante flessione di voti della coalizione conseguente alla evaporazione della Lega e, soprattutto avanza in modo stupefacente il candidato, civico? di centro? di un centro destra fai da te? populista? Di certo distinto e distante dai partiti e dalle tradizionali coalizioni. Bandecchi sembra avere molti caratteri distintivi che richiamano a Beppe Grillo prima maniera, al Salvini di qualche anno fa, quello del Papeete per intenderci e se vogliamo andare indietro, forse, a quel Achille Lauro, non il cantante, ma l’armatore che negli anni a cavallo del 1950, 1960, sbancò elettoralmente Napoli. E’ la prima volta che un fenomeno elettorale di questo genere interessa la nostra piccola e tradizionalista Umbria. 

In realtà decisi segni di volontà di cambiamento si manifestarono con straordinaria dirompenza già cinque anni fa quando fu liquidato il quarantennale potere della sinistra sostituito però da un centro destra dai connotati populistici ma con saldi riferimenti nazionali. Oggi invece sembra che Terni voglia consegnarsi ad un populismo di nuovo stampo, di sicuro inedito, nuovo, originale. Al di là di come si concluderà la vicenda elettorale, chi vincerà il ballottaggio, chi sarà il nuovo sindaco, la vicenda narra che gli umbri hanno probabilmente individuato una nuova alternativa, di certo ne sono ancora alla ricerca. Non il ritorno ad un centro sinistra ritenuto volenteroso nel rinnovamento ma ancora immaturo per governare la complessità della Regione, non un centro destra, e questo è il dato nuovo e per quello schieramento assai preoccupante, che sembra aver deluso più impegnato a regolamenti interni che a proporre soluzioni di governo soddisfacenti, ma un populismo di nuovo stampo, ruspante, con apparenti importanti disponibilità e anche per questo incline a promesse e ritenuto a torto o a ragione salvifico o
almeno più concreto degli altri, lontano com’è dal tradizionale sistema dei poco apprezzati partiti.

Le elezioni ammnistrative di Terni sono di per sé importanti, perché Terni è la seconda città dell’Umbria, perché spesso Terni si è rivelata un interessante laboratorio politico ma il risultato potrebbe davvero sconvolgere la geografia politica della Regione, le gerarchie e i riferimenti per il futuro. Il centro destra farebbe bene ad essere preoccupato perché dopo pochi anni di governo si delinea una possibile alternativa. 

Il centro sinistra non è che si ritrovi di fronte ad una soluzione più rassicurante perché l’eventuale sconfitta del centro destra annullerebbe una possibile futura alternanza con il centro destra e riconoscerebbe un nuovo protagonista, un nuovo convitato al tavolo politico della Regione. Questo fino ad un nuovo giro di giostra. Unica consolazione è che il giro è veloce per la certificata inconsistenza politica e programmatica dei protagonisti e il conseguente scarso gradimento da parte degli elettori.

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