rotate-mobile
Rubriche

L'INDISCRETO di Maurizio Ronconi | Dalla Guerra in Ucraina... un nuovo atlantismo e ritornano i russofili (ex filo-sovietici)

L’invasione della Russia, la guerra con l’Ucraina, lo schierarsi dell’Occidente in difesa, a dire la verità tiepida, a favore degli ucraini, ridivide dopo settanta anni il mondo in due blocchi e ormai così sarà, inutile illudersi, per i prossimi anni. Si è riscoperto l’atlantismo ma anche l’antiamericanismo e rifanno capolino perfino i russofili un tempo meglio definiti filo sovietici. Questo è il capolavoro di Putin che non si sa se scientemente o meno, ha resuscitato rancori, contrapposizioni che con la globalizzazione immaginavamo di aver archiviato.

Chi si illude, soprattutto in Italia, che quello che sta avvenendo in Europa con epicentro di guerra in Ucraina e politico da Bruxelles e Mosca, possa essere ignorato dalle nostre vicende politiche, commetterebbe un errore madornale. Se non i prossimi decenni, di certo i prossimi anni, saranno segnati, condizionati, da questa maledetta invasione russa dell’Ucraina, da una guerra tanto insensata quanto drammatica. Di nuovo si vivrà, soprattutto in Europa tra due blocchi, quello occidentale, atlantico, democratico e quello orientale, meglio dire russo – bielorusso, oligarchico. Con la Cina incomoda ma assai ingombrante convitata.

Solo qualche sprovveduto nostrano potrebbe immaginare di ignorare la nuova situazione e proporre una soluzione politica nazionale che ovvii quello che di nuovo è avvenuto in Ucraina, una politica estera che superi il neo europeismo, l’alleanza atlantica, la Nato, che strizzi in qualche modo l’occhio a Putin come per proporre una specie di terza via rispetto alla consolidata ed obbligata situazione di oggi. I nostri prossimi anni saranno indissolubilmente legati all’Europa, alla Nato, all’atlantismo. Senza eccezioni. A livello nazionale non ci sarà altro spazio, anche dopo le elezioni politiche, se non per un governo di conio “Draghiano”, rassicurante non solo per le scelte e le garanzie in economia, ma soprattutto per la coerenza e la continuità in politica estera.

Se interessante e da non sottovalutare la posizione assunta da Giorgia Meloni che pur dall’opposizione ha sempre proposto con coerenza scelte di tipo atlantico seppur condite da qualche mal sopita ruvidezza anti europeista, destinata però ad essere presto archiviata, il movimentismo spesso confuso se non della Lega ma di Salvini, l’ideologismo d’antan della sinistra ex comunista e perfino lo pseudo pacifismo di un Conte, non di Di Maio, alla disperata ricerca di una formula salvifica per il moribondo movimento grillino, soluzioni per una maggioranza nuova dopo le elezioni politiche del prossimo anno si intravedono.

Lo ha detto anche Macron, fresco vincitore delle elezioni francesi. L’Italia senza Draghi rischia perché non potrebbe contare su un Presidente del consiglio autorevole, stimato, rispettato in tutto il mondo. E con Draghi si riconfermerebbe l’attuale linea politica in particolare quella estera. I cespugli centristi, Calenda, Renzi e Toti, messe da parti puerili e perfino ridicole rivalità, potrebbero rappresentare il tassello di una larga maggioranza, anche dopo le elezioni, alla quale nel nome dell’atlantismo, dell’europeismo, della conduzione di Draghi, si arruolerebbero Forza Italia, il Pd, 5 Stelle che fanno riferimento a Di Maio e non a Conte e se avesse il coraggio di mettersi in gioco superando ideologismi novecenteschi ed anche un po' di smania di protagonismo, Giorgia Meloni. La Lega di Salvini no, quella di Giorgetti sì.

E la legge elettorale che tutti a parole vorrebbero cambiare ma che nessuno cambierà, riconsegnerà un Parlamento in cui né il vecchio centro destra e neppure il centro sinistra potranno contare su di una maggioranza autonoma. I piccoli centristi saranno determinanti ma la condizione che chiederanno di rispettare sarà proprio, l’atlantismo, l’europeismo, la riconferma di Draghi. Una ipotesi non solo immaginifica ma che ha qualche concretezza.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'INDISCRETO di Maurizio Ronconi | Dalla Guerra in Ucraina... un nuovo atlantismo e ritornano i russofili (ex filo-sovietici)

PerugiaToday è in caricamento