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L'ANALISI di Maurizio Ronconi | Lo scempio del Terzo Polo. La casa dei moderati... è ancora da costruire


Non era difficile immaginarlo, in molti lo avevano pronosticato, difficile pensare che due soggetti come Calenda e Renzi, con le loro storie, comportamenti, ambizioni, potessero convivere e costruire insieme una nuova realtà politica. Così è stato, anzi è stato molto peggio di quanto si potesse immaginare. Con uno spettacolo indecoroso fatto di accuse e recriminazioni, di discussioni su soldi e leadership, di nessun accenno, ma proprio nessuno, su linee politiche da adottare, su temi importanti per la comunità nazionale, su progetti e magari alleanze, soprattutto sul doveroso rispetto nei confronti di quelli, non pochissimi, che dettero fiducia votandoli alle ultime elezioni politiche, Calenda e Renzi, più il primo che il secondo, hanno decretato con una specie di editto personale, alla faccia dei tanto declamati confronti democratici, la prematura ma inevitabile fine del Terzo Polo. 

Ora avanti, si fa per dire perché la loro marcia inevitabilmente assomiglierà più a quella del gambero che alla corsa del leprotto, verso un Terzo Polo che non si sa come si chiamerà, cosa farà e soprattutto se davvero esisterà. Quello che è certo è che assisteremo ad un vergognoso e diuturno tentativo di sottrarsi reciprocamente consensi e personale periferico nella illusione di poter così sopravvivere. Un già visto e sopportato gioco a “rubamazzo” che ha poco di Politica ma molto di anfratti della politica. Quello che resta è un cumulo di rovine utili solo a colmare qualche discarica. Nulla più. Con questi comportamenti, con queste decisioni Calenda e Renzi hanno tranciato il filo di fiducia ed affidabilità che avevano cercato di stabilire con gli italiani, si sono definitivamente mostrati per quello che sono.

Politicamente piccoli uomini fatti di tanti difetti e di pochissime virtù e soprattutto incapaci da farm precedere le attese e i desideri dei moderati alle loro personali ambizioni. Ora la questione è capire se con la fine del tentativo di costruzione del Terzo Polo sia tramontata anche la speranza della nascita di un partito, di un movimento politico che raccolga moderati, cattolici, liberali, socialdemocratici che abbia come caratteri distintivi la temperanza, la capacità di mediazione, d'essere in definitiva quel motore immobile che per 50 anni fu rappresentato dalla D.C. Illusorio, perfino sciocco immaginare la rinascita della Democrazia Cristiana ma difficile anche per il Paese una vicenda politica ingessata per sempre tra opposti estremismi oggi, probabilmente temporaneamente, declinati solo al femminile.

La vicenda tribale tra Calenda e Renzi ci suggerisce che in questo momento non mancano aspiranti leader ma non ci sono leader veri e dunque conviene accantonare sogni terzopolisti o centristi non perché non ci sia necessità ed elettori disponibili a sostenere il progetto ma semplicemente perché continuano a mancare i riferimenti, le donne e gli uomini con il carisma, le capacità, la volontà e la determinazione per essere riferimenti veri e credibili. Per evitare però che si assottigli sempre più il corpo elettorale, che siano sempre meno i cittadini disponibili a votare perché non riconoscono credibilità ed autorevolezza alla politica, perché non accettano un sistema bipolare, perché non si riconoscono nel nero o nel rosso ( i riferimenti dei colori non sono totalmente casuali) perché preferirebbero una politica più meditata, meno chiassosa, più incline al compromesso risolutivo, invece del terzo polo si acconcerebbero anche a rivolgersi alla destra ma anche alla sinistra preferendo quella parte che si dimostrerà capace di moderare toni ed anche le scelte, di preferire esponenti dialoganti rispetto ad estremisti per formazione politica e culturale, trinariciuti o meno.

Il fallimento del terzo polo non emarginerà i moderati che anzi andranno ad “inquinare”, a “colonizzare” ancora di più di qunto è già oggi gli attuali poli con il risultato che gli stessi diverranno più moderati e meno estremisti. Quella parte che lo farà più velocemente ed in modo più credibile avrà vinto la battaglia della rappresentanza politica oltre ad aver salvato il Paese da una pericolosa disaffezione elettorale e politica. Rimarrà però per i centristi moderati il rammarico d'essere ospiti di case altrui e non della propria.

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