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L'INDISCRETO di Maurizio Ronconi | Centrodestra, il Cavaliere e il Capitano contro Giorgia...

ronconi-1-3-2Nel centro destra sinistri scricchiolii, si fa per dire, sono sempre più avvertibili e per i simpatizzanti di quella parte, anche preoccupanti. Come spesso avviene, le novità politiche hanno una anteprima in Sicilia, vero, storico, laboratorio politico. In vista delle elezioni regionali e comunali di Palermo, sembrerebbe che Forza Italia, un tempo, non più ora, laggiù assai forte e la Lega che invece non ha mai raggiunto percentuali significative, per arginare Giorgia Meloni e il suo partito che già governano la Sicilia con il proconsole, seppure non sempre molto ortodosso, Nello Musumeci, avrebbero avuto l’ideona di correre con una lista unitaria, lasciando così fuori proprio Giorgia e i suoi. Non sia stato mai detto! Fuoco e fiamme da parte di Fratelli d’Italia che, considerando anche la forte ascesa nei sondaggi, non solo si attrezza per andare da sola ma soprattutto incomincia a ragionare di archiviare tout court l’esperienza ormai trentennale del centro destra. Come dire, ognun per sé.

Il tentativo di unire le liste tra Forza Italia e Lega è conseguente al progressivo indebolimento di Forza Italia che non riesce ad arginare l’inarginabile dato anagrafico del suo leader massimo e tuttora senza erede ed anche il declino di una Lega che Salvini ha trasformato in partito nazionale ma anche sovranista e
rivendicazionista, ma poi passata l’onda, non avendo più l’ancoraggio federalista e territoriale, per capirci ”Bossiano”, sembra aver perso spinta ed anche anima. C’è la necessità di impedire che la Meloni con il suo partito risulti la prima della coalizione con conseguente investitura obbligata della stessa a candidata premier. Una eventualità che Salvini e Berlusconi vedono come la peggiore delle iatture, la consegna di tutto lo schieramento ai nipoti della “buonanima”, la fine di un progetto cullato per più di trenta anni dal Cavaliere. Un rischio però in tutto questo c’è. E’ che la soluzione rischia di essere ancora peggiore.

Giorgia Meloni, respinta dal resto del centro destra avrebbe buon gioco nell’esercitare non solo un vittimismo politico ma soprattutto rivendicare una volontà unitaria rispetto ai vecchi alleati scissionisti. E si sa che l’elettorato di centro destra, generalmente non molto sofisticato nelle analisi politiche, non gradirebbe assolutamente tensioni e pulsione separatiste. Questo lo ha già dimostrato ampiamente in passato. Ma soprattutto una lista unitaria tra la Lega e Forza Italia imbastardirebbe politicamente una alleanza che idealmente non sarebbe più riconoscibile. La tanto declamata, soprattutto da Berlusconi, appartenenza ai popolari europei non sarebbe coniugabile con il sovranismo lepenista e orbanista, per di più anti europeo, rivendicato anche recentemente, da Salvini. E si sa che anche in politica alla fine il diavolo e l’acqua santa non offrono prospettive né feconde né durature.

Forza Italia probabilmente con le liste uniche salverebbe una quarantina di parlamentari ma di sicuro perderebbe centinaia di migliaia di voti di moderati che a quel punto sceglierebbero Calenda o Renzi. Anche i vichinghi leghisti del profondo Nord mal si acconcerebbero a dover votare liste intasate dalle grisaglie forziste. Alla fine l’alleanza tra Salvini e Berlusconi sarebbe la più bella sorpresa nell’uovo di Pasqua di Giorgia Meloni. Altra vittima di certo l’Italia. Nel momento in cui nei Paesi più significatici d’Europa si affermano gli europeisti, quando ci prepariamo a fare argine all’imperialismo Putiniano che lo vorrebbe esercitare proprio nel nostro continente, una alleanza, un governo che non sia schiettamente ed indubitabilmente europeista, trascinerebbe l’Italia in un ghetto mal frequentato e di certo non raccomandabile, almeno di questi tempi.
 

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