L'INDISCRETO di Maurizio Ronconi | Strade e ferrovie in Umbria. Tutti ne parlano ma nessun cambiamento...
Fa piacere quando gli amministratori locali assicurano, specie se reduci da incontro istituzionali romani, la fattibilità di numerose ed importanti opere infrastrutturali che potrebbero liberare dalla costrizione dell’isolamento la nostra Umbria. Ma riflettendo, da cittadino, senza alcuna volontà polemica, quello che sopportiamo noi umbri da qualche anno e comunque più di sempre, nei nostri spostamenti stradali ed anche ferroviari, ha superato ogni limite. Ci rincuorano, anche se ormai si affievolisce la speranza di vedere un’opera, almeno una, completata, le assicurazioni e le promesse quotidiane riguardo la ormai prossima soluzione delle questioni infrastrutturali.
Il fatto è però che da qualche anno, non da settimane o mesi, in Umbria non ci sono praticamente più di dieci km liberi da cantieri stradali che si susseguono come i grani di un rosario, che non finiscono mai, che rallentano drammaticamente e pericolosamente il traffico, che allungano a dismisura i tempi di percorrenza. Gallerie strategiche che non resistono all’usura che per pochi anni e richiedono interminabili lavori e agli automobilisti altrettanto interminabili e tortuosi percorsi alternativi. Non parliamo di quelle che ancora vengono classificate strade provinciali perché consegnate per la manutenzione alle Province su delega della Regione. Là non ci sono neppure i cantieri ma solo piani dissestati, non infrequentemente perfino pericolosi al transito. Condizioni penose che si perpetuano ormai negli anni.
Il tratto di Collestrada che per intensità di traffico ed ingorghi assomiglia alla più trafficata strada romana con progetti di nodi e nodini che vengono ormai declinati quotidianamente in tutte le salse, con comitati e contro comitati che si fronteggiano con tesi opposte, senza che qualcuno si prenda la briga di passare dalla declinazione alla traduzione in realtà. Le linee ferroviarie vanno potenziate ma ad oggi restano ancora praticamente quelle di sessanta anni fa magari con qualche progetto in più che fatica a passare dalla carta alla realizzazione. Ora la Giunta regionale ci rassicura, ci annuncia, ci promette ma, ricordo, che anche quelle precedenti, pure di colore politico diverso, usavano gli stessi metodi.
Quello che è certo che le ultime opere infrastrutturali che sono state inaugurate in Umbria lo sono state più di 10 anni fa. La Civitanova Marche, Foligno grazie soprattutto all’allora vice ministro Baldassarri che si impegnò non poco e la Foligno Spoleto che vide, bisogna dirlo, in prima fila l’allora Presidente Lorenzetti. Da allora solo tante assicurazioni. Ma in politica, soprattutto amministrativa le assicurazioni, le promesse sono come il pesce, piacciono ma dopo un po' …emanano un poco gradevole profumo. Ora si sosterrà che i ritardi sono solo conseguenza della prevalente responsabilità dell’Anas, della inerzia delle precedenti amministrazioni o figli di una difficile congiuntura economica.
Si dirà però anche che ora con i fondi europei, con le nuove disponibilità e trasferimenti alle Regioni, i problemi si risolveranno. Bene. Ne prenderemo atto ma solo quando si vedrà un km in più di strada o di ferrovia e soprattutto qualche cantiere o buca in meno. Fino ad allora tutto rimane nel sacco delle promesse.