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IL BLOG di Franco Parlavecchio | In Questo Paese armi e droga sono troppo facile da trovare...

Sono trascorsi un po’ di giorni dall’uccisione dell’uomo d’origine marocchina a Voghera, vittima di un colpo di pistola sparato dall’assessore locale. Rimangono scolpiti i commenti espressi a caldo e nei momenti seguenti. Hanno mostrato la solita piega di faziosità estrema, in direzioni opposte, esternata solo con l’uso della pancia. Non siamo qui a giudicare se si sia trattato o meno di legittima difesa. A questo ci penserà la magistratura. 

Sono due le domande che bisognerebbe porsi: perché l’assessore camminasse abitualmente per le vie della città con una pistola carica, anche se legalmente posseduta; perché la vittima andasse ancora in giro indisturbata con diversi precedenti penali sulle spalle: minacce, resistenza a pubblico ufficiale, spaccio, evasione, guida in stato di ebbrezza e senza patente, falso e porto d’armi atte a offendere.  Se a questo aggiungiamo che ogni giorno andava a molestare clienti e commercianti del centro con annessa masturbazione in piazza, allora veramente diventa incomprensibile il motivo per cui fosse ancora in tranquilla libertà.

Bisognerebbe anche capire per quale ragione queste persone vengono arrestate per qualche ora per poi essere rilasciate pronte a delinquere di nuovo e ad irridere le forze dell’ordine, ormai incapaci di reagire. Purtroppo di casi simili, nonostante gli arrestati collezionino mucchi di reati, ce ne sono tutti i giorni. Si parla di riforma della giustizia ma se continuiamo a non far rispettare le regole e a non avere nessuna certezza della pena, la reazione più naturale è quella di esasperare il clima sociale. Questo non vuole dire giustificare l’uso improprio di armi ma se non c’è la possibilità di difendere chi decide di fare una vita corretta, si corre sempre più il rischio di una pericolosa giustizia ad uso personale.

Purtroppo nel nostro mondo al contrario, procurarsi un’arma, così come trovare della droga, è diventato facile quanto trovare una bottiglia d’acqua, forse anche più semplice. Finora la scelta del semi proibizionismo ha armato soprattutto quelli che le armi le usano per delinquere e poco più. Il problema è anche culturale ma se non crei un argine affinché si garantisca la sicurezza delle nostre città, si metterà un altro tappo per il futuro sviluppo della nostra economia. Senza tranquillità la crescita zoppica.

La nostra Umbria un tempo veniva considerata un luogo sereno, quello della chiave lasciata attaccata alla porta di casa. Ora questa immagine assomiglia solo alla storia mitologica locale. Il simbolo della pace è molto sbiadito. Il risultato è che noi cittadini siamo vittime illegittimamente indifese in attesa di risposte.  

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