Spina, macchinario miscela male il catrame: niente pagamento alla ditta e lavori rinviati a maggio
La Provincia di Perugia risponde alla lettera del gruppo Civica Piegaro e spiega i motivi che hanno portato all'aprirsi di buche sul manto stradale durante i lavori
“Sospeso pagamento lavori e completamento manto stradale entro maggio”. Sulle buche sulla strada provinciale 340 di Spina, la Provincia di Perugia risponde alla lettera inviata dal capogruppo della Civica Piegaro, Augusto Peltristo, in merito al manto stradale della strada provinciale 340 di Spina, in località Osteria Vecchia.
La strada, come ha sottolineato il gruppo consiliare “mostra sfaldamento, evidenziando cedimenti e buche”. Il dirigente del servizio gestione viabilità risponde precisando che “la situazione è ben nota e di aver già contattato l’Impresa esecutrice dei lavori”.
“Si speci?ca - è scritto nella lettera di risposta - di aver e?ettuato vari sopralluoghi congiunti con il direttore tecnico di cantiere della stessa ditta e di aver concordato urgenti lavori per la sistemazione temporanea della pavimentazione ammalorata, mediante chiusura delle ‘buche’ con conglomerato bituminoso a caldo steso a mano con successiva mano d’attacco di emulsione bituminosa, al ?ne di salvaguardare la sicurezza al pubblico transito”.
L’impresa aggiudicataria, con quella sub appaltatrice, continua la lettera, era impegnata nei lavori di ripristino dei piani viabili lungo la 340 di Spina, previsti nel progetto per l’importo di quasi 160mila euro.
Il direttore dei lavori “ha già notificato alla ditta aggiudicataria e a quella esecutrice dei lavori di non procedere al pagamento dei lavori in questione e la sospensione del pagamento del primo stato di avanzamento dei lavori dell’intera pavimentazione contestata, eseguita non a perfetta regola d’arte, e che comunque da rifare entro e non oltre il periodo di aprile-maggio 2023, con temperature consone alla stesura dei nuovi lavori di ripristino”.
Nella lettera viene precisato che “la problematica, non è stata scaturita dalla non perfetta posa in opera da parte della ditta esecutrice, bensì da un difetto imprevedibile dell’impianto di produzione del conglomerato bituminoso, che ha impastato una miscela ad una temperatura non idonea per la rottura di un componente dell’attrezzatura dell’impianto stesso”.