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PROVINCIA Città di Castello

A Città di Castello la biblioteca “Carducci” aperta anche la domenica pomeriggio

L'annuncio dell'assessore Michela Botteghi: ''Un punto di rifermento per studenti e non solo''

La Biblioteca comunale “Carducci” da domenica 6 febbraio e fino alla fine di aprile sarà aperta anche la domenica pomeriggio, dalle 15 alle 19,.

“La biblioteca è un luogo di riferimento per tanti studenti, che la scelgono per studiare e per vivere insieme le loro esperienze di scuola o di formazione” dichiara l’assessore tifernate, Michela Botteghi, annunciando l’estensione dell’orario di apertura in questi primi mesi del 2022 alla domenica pomeriggio, dalle 15 alle 19.

E’ un’iniziativa che viene incontro alla disponibilità di tempo libero delle famiglie per le attività culturali e di intrattenimento, che preferibilmente si concentra nel fine settimana. Pensiamo che sarà interessante e divertente venire in Biblioteca per consultare libri e prenderli in prestito ma anche per conoscere la bellissima dimora nobile che ospita la Biblioteca, uno dei quattro palazzi Vitelli del nostro centro storico. Durante l’apertura personale del comune e della cooperativa Il Poliedro che collabora alla gestione di questo servizio saranno a disposizione per illustrarne la storia e le vestigia artistiche che custodisce”.

“A suo tempo la scelta di Palazzo a Vitelli a San Giacomo venne fatta anche sulla base del pregio del contenitore, che avrebbe avuto una nuova vita e avrebbe continuato ad accompagnare la città dopo aver assunto le destinazioni più variegate, da caserma a palestra” - aggiunge Michela Botteghi che insieme alla Cultura nella Giunta del sindaco Secondi ha anche la delega al Patrimonio.

“Non capita a tutti di andare in Biblioteca in un palazzo del Cinquecento, dotato di infrastrutture digitali, spazi attrezzati e con le aperture domenicali anche una maggiore accessibilità del servizio. Città di Castello ha la fortuna di conservare all’interno della sua cinta muraria molti complessi storici; dare una funzionalità moderna a questi palazzi, convertendo il loro uso alle esigenze di oggi, è una prospettiva spesso dai risvolti finanziari e progettuali molto impegnativi per l’ente ma anche un dovere verso un patrimonio che non può morire o andare in dismissione”

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